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Tetto in eternit, scoppia il caso

Il movimento Agnone 5 stelle solleva il problema

redazione
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AGNONE - Una copertura in eternit, una come tante, in Via Veneto ad Agnone, e scoppia il caso. 

Sulla pagina web del movimento "Agnone 5 stelle" si legge: 

In questi giorni siamo stati contattati da cittadini agnonesi per segnalarci la presenza di un grande tetto in eternit in Via Veneto.
Passando nei pressi della struttura la prima cosa che viene da chiedersi è: ma sarà mai possibile?

L’eternit, nato da un brevetto dell’’austriaco Ludwig Hatschek nel 1901, fu inizialmente apprezzato per la sua “eterna resistenza”: questo fece sì che diventasse un materiale diffusissimo ed utilizzato per ogni sorta di impiego, dai classici tetti ondulati fino a contenitori e addirittura recipienti e tubature d’acqua. Basta fare una ricerca di qualche minuto per apprendere che ad essere altamente cancerogene sono le microfibrille di amianto (o asbesto) presenti in questo materiale, tra le principali cause del mesotelioma pleurico (una delle più gravi forme di cancro) oltre alla più frequente asbestosi.
La scoperta dei terribili effetti dell’amianto sul corpo umano fece sì che lo Stato lo abbia messo al bando con la Legge marzo 1992, n. 257 titolata: “norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto”. Tale legge di fatto vieta a decorrere da trecentosessantacinque giorni dalla data di entrata in vigore: “l’estrazione, l’importazione, l’esportazione, la commercializzazione e la produzione di amianto, di prodotti di amianto, o di prodotti contenenti amianto”.
Ma il manufatto in questione è risalente ad un epoca anteriore, quindi cosa si potrebbe fare?

Le procedure per lo smaltimento dell’amianto sono principalmente due, purtroppo non rigidamente imposte da un legislatore, troppo distratto, ovvero:

1) “Incapsulamento, è un metodo di bonifica “transitorio” che prevede il trattamento della superficie delle lastre esposta agli agenti atmosferici con sostanze sintetiche, idonee ad inglobare e consolidare le fibre di amianto al manufatto cementizio ed impedirne il rilascio nell’ambiente.”

2) ”Rimozione e smaltimento, è un metodo di bonifica “radicale” che prevede diverse procedure speciali atte a garantire la sicurezza: degli operatori addetti alle varie operazioni di rimozione, trasporto e smaltimento”.

La tutela della salute pubblica, il censimento e un relativo programma di bonifica dell’amianto presenti nei nostri piccoli centri sono punti del programma con cui abbiamo chiesto fiducia ai molisani durante le ultime competizioni elettorali regionali: per tale motivo, allora, insieme agli attivisti di Agnone abbiamo deciso di interessare i nostri portavoce in Consiglio Regionale, Antonio Federico e Patrizia Manzo, ai quali affideremo il compito di coinvolgere l’ARPA e di promuovere le azioni necessarie per fare i dovuti controlli. Controlli e azioni che già vengono portate avanti in altre Regioni d’Italia, come la Lombardia, che ha dato uno stop alle coperture d’amianto entro il 2015.

In Molise, fino a questo momento, le azioni portate avanti sono state per lo più isolate e sporadiche, a colpi di delibere di Giunta, mentre riteniamo che la prima cosa da fare sia un dettagliato censimento dell’amianto presente sul territorio regionale in modo da calcolare l’ammontare delle bonifiche e avviare un programma di interventi attraverso una legge da adottare con massima urgenza dato che la salute dei cittadini non può aspettare.

Una cosa è certa: se quel tetto è pericoloso non lo vogliamo nella nostra cittadina.

A pochi metri da quel tetto si allenano molti atleti nell’adiacente campo sportivo, a partire dai giovanissimi ai più veterani del calcio, oltre ad essere, lo stabile, nel bel mezzo di una zona residenziale. Bisogna fare luce, capire quale sia il livello di degrado della copertura e fare tutto quanto possibile per assicurare la massima tutela dei cittadini.

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