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Provinciale per Torrebruna chiusa al traffico: interrotto il servizio del 118

Il mezzo di soccorso impiegherà quasi un'ora per raggiungere un eventuale paziente al di là della frana

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GUARDIABRUNA - Provinciale per Torrebruna chiusa al traffico: interrotto, di fatto, il servizio di pronto soccorso del 118 di Castiglione.

La decisione della Provincia di innalzare un muro di terra e pietre al chilometro 8 e trecento per impedire alle autovetture di aggirare le transenne ha innescato un vespaio di polemiche e crea evidenti problemi ai residenti di Torrebruna e Guardiabruna. E viene messo seriamente in forse anche il diritto alla salute, perché con quella strada chiusa il 118 da Castiglione impiegherà quasi un'ora per raggiungere un eventuale paziente al di là di quei fottuti venticinque metri di frana.

L'arteria è ufficialmente chiusa al traffico dal 10 dicembre scorso a causa di una frana che minaccia di inghiottire tutta la sede stradale, stando almeno a quando scrive, sulla delibera, l'ingegner Carlo Cristini della Provincia. Nei giorni scorsi, tuttavia, i pendolari diretti e provenienti da Torrebruna hanno comunque utilizzato la strada, facendo lo slalom intorno alle transenne. E alcuni hanno fatto addirittura la navetta, lasciando un veicolo prima e uno al di là della frana per poi percorrere il tratto chiuso a piedi. 

Da ieri pomeriggio, invece, anche espedienti simili sono impossibili perché i cantonieri della Provincia hanno innalzato il famoso muro di terra e pietre. Traffico deviato su altre strade e tempi di percorrenza più che triplicati. E monta la protesta dei pendolari, di chi vive in zona e si sente ancor più isolato, abbandonato dalle istituzioni e privato dei servizi essenziali.

Domenico Di Laudo, ex vicesindaco di Torrebruna, che vive con la sua famiglia a Guardiabruna, chiama in causa i politici di zona, in particolare il presidente della Provincia, Enrico Di Giuseppantonio, il sindaco di Torrebruna, Nicola Petta, quello di Castiglione, Emilio Di lizia, e quello di Schiavi, Luciano Piluso che è anche vicepresidente della Comunità montana ormai in liquidazione.

"Adesso siamo isolati da Castiglione Messer Marino e Schiavi. - protesta Di Laudo - Adesso non possiamo portare i nostri figli dalla pediatria presso il distretto sanitario di Castiglione; adesso il 118 non potrà intervenire da Castiglione in tempi celeri. Adesso le maestre dei nostri figli faranno ritardo sulle mulatiere dell'Alto Vastese perché faranno il giro della luna. Adesso tutti i pendolari e i cittadini che avevano interesse ad andare verso Castiglione desisteranno a causa della frana. Adesso la Provincia e tutti i sindaci della zona si prendano l'impegno della riapertura in tempi brevi. Ripristinate le mulattiere. Grazie".

Parole che ben fotografano il disagio e la rabbia di chi non ha nemmeno più una strada da percorrere per essere soccorso dall'ambulanza del 118. Se infatti, normalmente, l'ambulanza del distretto sanitario di base di Castiglione raggiunge Torrebruna o Guardiabruna in meno di un quarto d'ora, con quella provinciale chiusa il tempo di percorrenza si dilata, almeno triplicando. Un paziente cha ha bisogno di essere soccorso, può aspettare tutto quel tempo? Morirà un paio di volte prima che l'ambulanza arrivi sul posto dopo aver attraversato buona parte dell'Alto Vastese. Queste cose chi sta a Chieti e firma le carte e le ordinanze evidentemente non le conosce, le ignora oppure le conosce ma se ne frega, tanto a Chieti c'è tutto, ospedale, scuole, panifici, ristoranti e uffici postali. E pure le strade percorribili.

 

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