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Province inutili, anzi dannose

L'opinione di Delli Quadri

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La Provincia di Isernia. Sì o No? Decisamente NO, essa è inutile e dannosa.

La provincia di Isernia presenta una superficie di appena 1500 kmq, e una popolazione di soli 90.000 abitanti, distribuita in 52 comuni, per la gran parte, con meno di 1000 abitanti, risultando, così, essere una delle provincie meno popolate ed estese d'Italia. I comuni più importanti dal punto di vista socio-economico sono Isernia, Venafro e Agnone, anche essi di dimensioni modeste (Agnone, poi, ridotto, oggi, da Cittadina- Atene del Sannio a Piccolo Paese)


Fu istituita con decreto del 3 marzo 1970, per scorporo dalla provincia di CB. Al momento della sua istituzione, e questa la dice lunga circa l’omogeneità della popolazione della provincia, non poche furono le spaccature nella popolazione, nell'area venafrana, che chiedeva di essere annessa alla Provincia di Caserta, e nell’area agnonese, che sentiva e sente di avere un’anima abruzzese.

Dal punto di vista economico l’apporto dei vari settori allo sviluppo del territorio è decisamente misero.
1.    L’artigianato sopravvive, tra mille difficoltà, per la tenacia di piccole botteghe artigiane che sviluppano attività tipiche della zona. Ad esempio, a Scapoli le zampogne, a Frosolone i coltelli, ad Agnone la fonderia di campane, ad Isernia la falegnameria, … ecc.

2.    L’agricoltura fa quel che può nella piana di Venafro; nella zona interna dell’Alto Molise ci si affida, con tanti sacrifici, legati alla mancanza di idonei servizi, all'allevamento di bestiame e alla produzione di formaggi tipici.

3.    L'industria è, in pratica, inesistente. Sono presenti solo alcune piccole industrie come l'Ittierre e altre ancor più piccole attività nel settore metalmeccanico.

4.    La provincia potrebbe basare il suo sviluppo sul turismo, presentando, essa, bellezze naturalistiche con laghi, fiumi, monti, pianori e borghi arroccati su rocce, racchiusi in un'atmosfera di altri tempi. In effetti, poco viene fatto concretamente per lo sviluppo di questo settore. Basti pensare che, sia in Italia, per non parlare dell’Europa, la parola Molise, per esperienza personale, è spesso sconosciuta. Ultimamente ho pubblicato su su you tube, ripreso, poi, su almosava.it, un filmato intitolato I paesaggi almosaviani (Alto Sannio). Ho ricevuto centinaia di segnalazioni di cittadini italiani indignati, perché mai messi a conoscenza di simile bellezze ambientali.

Per effetto dello scarso apporto, allo sviluppo economico, dei vari settori caratteristici dell’Economia, la provincia di Isernia (come la Regione Molise) ha vissuto e sopravvive grazie alla Finanzia Pubblica, cioè pubblico impiego nazionale, regionale, provinciale e comunale, pensioni, appalti, concessioni, enti, consorzi, agenzie, e chi più ne ha, più ne metta.

Ma tutto ciò non è bastato perché, anche in presenza di forti aiuti statali, l’economia della Provincia non è mai decollata, la popolazione, rispetto al flusso nazionale, ha perso migliaia di cittadini (nuova emigrazione), le aree interne, quelle al confine con l’Abruzzo, si avviano alla desertificazione demografica, economica, patrimoniale e morale. E la crisi finanziaria, nazionale ed europea,  sta accentuando pesantemente questi fenomeni negativi.

L’Organismo che non ha mai mostrato crisi, anzi ha sempre conquistato terreno e ancora oggi mira a presidiare le sue facili conquiste, è la Provincia. Albino Iacovoni lo scrisse qualche anno fa e, giustamente, lo ripete oggi: 24 Consiglieri, 8 assessori, Società partecipate, Agenzie, consulenti e/o dirigenti lautamente retribuiti, staff personale del Presidente, parco macchine, etc. etc… e, richiamando quanto letto sui giornali, con un dirigente esterno che percepisce solo (sic!) 160.000,00 Euro.

Tutto questo apparato esiste e vuole sopravvivere per svolgere, sostanzialmente, solo due funzioni principali: strade ed edilizia scolastica di secondo grado. Come ci ricorda sempre Albino Iacovoni: la nostra Provincia, esercita, solo sulla carta, tutte le altre  funzioni previste agli artt. 19 e 20 del T.U. n. 267/2000.

Ha fatto tristezza leggere, qualche mese fa, sui giornali locali, che anche quelle due sole funzioni erano messe, concretamente, in discussione. Infatti, si è letto che il riscaldamento nelle scuole e il piano neve sarebbero stati messi in dubbio a causa di mancanza di finanziamenti, (di contro, restavano garantiti premi e rimborsi spese e varie amenità agli Amministratori e al personale della Provincia).

Pertanto, salvo la buona fede di alcuni opinionisti e salvo la difesa aprioristica di chi è in conflitto di interesse, è di tutta evidenza come la Provincia di Isernia sia inutile e dannosa.

La Provincia è inutile: Le funzioni circa la viabilità e l’edilizia scolastica possono essere svolte direttamente e tranquillamente dai Comuni, organizzati nelle previste Unioni (aggregazioni di comuni con omogeneità di valori ed interessi), senza costi aggiuntivi.

La Provincia è anche dannosa: soldi dati a persone che svolgono una attività improduttiva è chiaramente un danno alla collettività. Quei soldi possono essere utilizzati per un fondo a favore della fiscalità di vantaggio che aiuterebbe quelle suddette attività artigianali e agricole delle aree interne, oggi pesantemente in difficoltà.

Non sfugge che questo ragionamento appena svolto per la Provincia di Isernia, vale, ancor più, per la Regione Molise.

 

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