Un italiano di 34 anni, originario di Palermo, ma da più di due anni in Irlanda per lavoro, è stato arrestato a Dublino. Saverio Bellante (nella foto in basso mentre fuma, ndr) è accusato dell'omicidio di Thomas O'Gorman (primo da sinistra nella foto in alto, ndr) trovato senza vita nella proria abitazione che condivideva con l'accusato. Un crimine dai particolari raccapriccianti. L'omicida ha confessato alla polizia di aver mangiato il cuore della vittima. Gli investigatori non confermano, né smentiscono: "Dettagli troppo macabri per essere divulgati". Gli agenti intervenuti sulla scena del crimine dovranno seguire un percorso psicoterapeutico per superare il trauma. Dalla autopsia risulta che l'organo cardiaco è intatto ma che dal corpo di O'Gorman manca un polmone.
L'italiano, che ha confessato il crimine, vive da due anni e mezzo in Irlanda dove lavora per una ditta farmaceutica e da qualche mese aveva preso una camera in affitto nella casa della vittima. L'intera comunità di italiani a Dublino, studenti e lavoratori normalmente bene integrati, è scossa per un crimine così efferato commesso da un connazionale. Abbiamo contattato Angelo Bottone (seconda foto in basso, ndr), a Dublino da oltre dieci anni dove insegna filosofia all'università , ma originario di Schiavi di Abruzzo, un amico della vittima.
"Proprio in università ho conosciuto Tom. - spiega il professor Bottone - Ci si vedeva almeno un paio di volte al mese. Lo avevo invitato anche al mio matrimonio. Era impegnato in diversi gruppi cattolici: focolarini, pro-life. Non so come abbia incontrato Bellante. Tom era molto conosciuto perché, oltre a scrivere, era impegnato nel mondo pro-life e lavorava a tempo pieno in una organizzazione che promuove la famiglia ed il matrimonio. Conoscevo Tom da oltre dieci anni. Una intelligenza non comune ed una personalità amabile sempre dedito a grandi cause, come giornalista, attivista e poi ricercatore a tempo pieno per lo Iona Institute. Spassoso imitatore, gran compagno, amava l'Italia, Roma, Chiara Lubich e perciò quando ci incontravamo lo chiamavo Tommaso e scambiavamo quattro chiacchiere nel suo italiano stentato. Purtroppo è stato accoltellato da mani italiane. Uomo di fede solida e colta". Conosce l'omicida? "No, mai frequentato, né avuto amici in comune. Dall'inizio dell'anno ci sono stati 7 omicidi in Irlanda, 5 solo la scorsa settimana, alcuni di questi in casa, tra amici. In questo caso particolare gli investigatori hanno escluso l'uso di alcool o droghe".
Crede che magari l’impegno politico-sociale-religioso di Thomas O'Gorman abbia potuto essere alla base dell'omicidio? Un movente ideologico se vogliamo definirlo così?
“No credo. Secondo l'assassino a scatenare la reazione è stata una lite durante una partita a scacchi".
Un delitto inspiegabile dunque. Possibile che un diverbio per una partita persa a scacchi possa essere il movente di un crimine così crudele?
"Questo è quanto sostiene l'assassino che è l'unica fonte finora. Comunque il delitto non è avvenuto durante il diverbio, ma immediatamente dopo. Tom avrebbe chiesto al coinquilino di lasciare la casa, il che fa pensare che ci fossero altri motivi precedenti. Ne è seguita una colluttazione. I particolari li possiamo evitare, ma basti pensare che i membri della polizia che sono intervenuti saranno in trattamento da uno psicologo per superare il trauma. La scena che hanno trovato pare sia stata orrenda. L'assassino stesso ha chiamato la polizia e si è consegnato. Questo denota una certa lucidità che contrasta con l'efferatezza del delitto, ma solo un esperto può fare certe valutazioni".
Non si sa se l'assassino sia dedito all'alcool, all'uso di droghe, all'esoterismo, al satanismo?
"No, per ora gli inquirenti hanno escluso l'uso di alcool e droghe. Le ultime notizie diffuse alla radio dicono che l'accusato ha rinunciato alla difesa e si è dichiarato colpevole. Verrà riascoltato venerdì, nel frattempo si attendono le perizie".
Teme ripercussioni in negativo per la comunità di italiani, visto che la mano omicida è proprio italiana?
"Spero di no e comunque la nazionalità dell'assassino non mi pare importante nel contesto del delitto. Tom amava l'Italia, vi veniva almeno un paio di volte l'anno per partecipare agli incontri dei Focolarini e aveva molti amici italiani".