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Spopolamento: nell'Alto Vastese resteranno solo i cinghiali

Drammatici i dati venuti fuori dall'ultimo censimento della popolazione residente

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Nell'Alto Vastese, se l'emorragia non verrà arrestata, tra qualche decennio resteranno soltanto i cinghiali e i lupi.

La popolazione residente sta progressivamente assottigliandosi, per ragioni anagrafiche, con gli anziani che passano a miglior vita, e perché l'assenza di lavoro e di servizi essenziali favorisce la migrazione delle giovavi generazioni verso le città sulla costa. 

Pubblichiamo, in basso, l'andamento demografico dei vari centri montani dell'Alto Vastese. Dati drammatici che mostrano come la popolazione residente sia crollata praticamente ovunque nei vari comuni dell'entroterra.

Il primato negativo, anche in questo caso, spetta a Schiavi di Abruzzo, (vedi grafico in alto, ndr) partita negli anni '60 con ben 4.526 residenti e precipitata oggi ad appena 931 anime.

Al secondo posto della classifica negativa Torrebruna, passata da 1.966 abitanti agli attuali 924.

Carunchio, al terzo posto tra i peggiori, passa dai 1.807 negli anni '50 agli attuali 639.

Gli altri comuni di zona non se la passano certo meglio.

Fraine passa dai 1.416 residenti ai 396 di oggi.

Celenza sul Trigno dai 1.823 abitanti negli anni '60 passa a 974 residenti ad oggi.

Castiglione Messer Marino vantava 4.001 negli anni '60, oggi è sceso a 1.898.

Castelguidone è passata dai 1.095 degli anni '60 ai 416 residenti attuali.

San Giovanni Lipioni passa da 906 negli anni '60 ad appena 210 abitanti di oggi. 

Roccaspinalveti dai 2.579 degli anni '60 scende a 1.434 nel 2011.

Rosello scende dai 1.027 degli anni '50 ad appena 253 abitanti oggi. 

Roio precipita dai 662 degli anni '50 ai 103 di oggi. 

 

 

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