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Salvaguardia Caracciolo, i sindaci della zona snobbano la conferenza dell'Asrem

Presenti solo quelli di Agnone, Pescopennataro, Poggio Sannita, Belmonte del Sannio e Bagnoli del Trigno

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AGNONE. Si parla tanto della difesa dell’ospedale San Francesco Caracciolo. Poi quando c’è fattivamente da fare qualcosa sono pochi, anzi pochissimi quelli che scendono in campo. Ci riferiamo all’incontro tenutosi lunedì scorso a Campobasso. Riunione della Conferenza dei sindaci per l’Asrem. Su 136 sindaci convocati e rappresentanti tutti i comuni del Molise erano presenti appena 25. E di questi, per il Molise Altissimo, a cospetto del presidente della Conferenza Gino Di Bartololmeo, c’era solo Michele Carosella sindaco di Agnone, Maria Antonietta Bottaro di Poggio Sannita, Errico Borrelli di Belmonte del Sannio e Pompilio Sciulli di Pescopennataro.

    Se poi nel comprensorio vogliamo inserire anche Bagnoli del Trigno a Campobasso c’era anche il primo cittadino del centro a ridosso del comprensorio agnonese. Gli altri primi cittadini altomolisani sono risultati “tutti assenti ingiustificati” vista l’importanza dell’argomento. La riunione, dunque, si è sintetizzata in un monologo di argomentazioni riguardanti le problematiche della sanità dell’asse isernino-termolese. Carosella aveva con se (e consegnato comunque  a fine incontro al sindaco di Campobasso, Di Bartolomeo) una bozza del documento frutto dell’incontro avuto presso il Comune di Agnone fra amministratori e  i consiglieri dei gruppi di maggioranza e di minoranza, i rappresentanti dei Comitati Civici “Articolo 32”, “il Cittadino C’è”, l’associazione “Insieme” e l’associazione “Tradizioni e Sviluppo”, i primari di Medicina, Anestesia e Rianimazione ed il responsabile del Pronto Soccorso dell’ospedale Caracciolo, il rappresentante dell’Ufficio Pastorale della Pastorale della Salute, sull’analisi del PDG n. 1455 del 19 dicembre 2013, relativo alla sorte dello Stabilimento Ospedaliero Caracciolo.

   Due pagine dattiloscritte non ancora approvate ufficialmente dal gruppo di lavoro ma che in sei punti delineano le valutazioni, integrazioni, correzioni e specificazioni per la riorganizzazione dell’ospedale altomolisano.

 

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