ISERNIA - La Presidenza del Consiglio dei Ministri ha disposto il conferimento di una medaglia d’onore a nome di Basilio Antonelli (17/10/1923 - 12/03/1989 ) militare agnonese deportato e internato nei lager nazisti e destinato a lavoro coatto per l’economia di guerra durante il secondo conflitto +mondiale.
La cerimonia della consegna del riconoscimento ai familiari si è svolta ieri all'interno della prefettura di Isernia. Presente il prefetto Filippo Piritore e diversi rappresentanti delle Forze dell’Ordine e alcuni sindaci della provincia, tra cui quello di Agnone, Michele Carosella.
I documenti rinvenuti, le lettere scritte dalla prigionia, e la recente testimonianza di un compagno d’armi superstite, Giovanni Tucci di Campobasso, ricordano che Basilio, chiamato alle armi a soli 19 anni, dopo un breve periodo di addestramento a Santa Maria Capua Vetere (CE), fu arruolato nel contingente del Regio Esercito Italiano destinato a presidiare i possedimenti italiani nella Grecia continentale ove arrivò nell’estate del 1943. All’indomani dell’8 settembre, giorno della resa incondizionata alle Forze Alleate, ebbero inizio le ritorsioni dei tedeschi contro i traditori italiani. E Il giorno 9 settembre del 1943, nei pressi di Atene, Basilio veniva catturato, fatto prigioniero dalle forze armate tedesche e deportato nel campo di concentramento di Thorn XX-B e trasferito dopo circa un mese in quello di Lamsdorf. Successivamente, fino al gennaio del 1945 proseguì il suo lungo periodo di prigionia in Polonia, a Woikowice , ove fu obbligato al lavoro coatto per aver rifiutato di aderire alla Repubblica Sociale Fascista.
Liberato dalle forze armate russe il 27 gennaio 1945, fu trattenuto a Katowice alle dipendenze dell’armata russa in qualità di cobelligerante, fino ad ottobre del 1945 .
Dato per disperso, ritornò di lì a poco ad Agnone con mezzi di fortuna, denutrito e coperto di soli stracci, riabbracciando i propri cari che avevano perso ogni speranza di rivederlo.
Per l’occasione la moglie, i figli e i nipoti, ricordano orgogliosi il sacrificio, la forza di volontà e il coraggio del loro congiunto, sempre restio a richiamare alla memoria e a raccontare quella drammatica e disumana esperienza di vita nei campi di concentramento nazisti.