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Iscrizione all'albo: i giornalisti pensionati pagano meno, quelli disoccupati no

Le illogiche regole dell'inutile Ordine dei giornalisti

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Ho appena buttato 112 euro, anzi 113 a dire il vero, perché il bonifico on line costa un euro di operazione.  Ho pagato, anche per il 2014, l'iscrizione all'inutile e obsoleto albo dei giornalisti. Perché in Italia, sedicente democrazia, per poter scrivere su un giornale, cioè esprime un pensiero pubblicamente, bisogna essere iscritti all'Ordine dei giornalisti, un carrozzone di stampo corporativo, inutile quanto costoso. 

La cosa che mi lascia ancor più perplesso, anzi che mi fa proprio incazzare, è che per i giornalisti professionisti pensionati e per i giornalisti pubblicisti pensionati c'è lo sconto, pagano 55 euro invece di 112. La metà.

Fatemi capire, e qui mi rivolgo direttamente al presidente nazionale Enzo Iacopino e al "mio" presidente regionale Stefano Pallotta: se sono pensionato mi fate pagare meno, mentre se sono disoccupato, come nel mio caso, sono costretto a pagare l'intera quota?

C'è evidentemente qualcosa che non va. Quella norma, lo sconto per i pensionati ma non per i disoccupati, è palesemente illogica. Una vera sciocchezza. Una cazzata, fatemelo dire in tutta onestà. O forse si tratta soltanto di un caso di ignoranza, nel senso che io forse non so, ergo ignoro, che anche i disoccupati pagano meno. I presidenti sapranno illuminarmi in tal senso. 

Se non lavoro non guadagno, quindi come posso pagare una quota associativa ad un qualcosa di inutile come l'ordine dei giornalisti? L'ordine, che dovrebbe tutelarmi, così mi danneggia ancora di più, perché devo trovare anche i soldi per pagare questa benedetta iscrizione annuale.

Nel mondo del giornalismo spesso accade che neanche chi lavora venga pagato. E infatti chi firma questo ruvido editoriale-sfogo aspetta ancora gli stipendi arretrati, da gennaio a settembre del 2013, da parte dell'editore de "I Fatti del Nuovo Molise", tale Cosmo Galasso, assessore comunale presso il Comune di Isernia. 

 

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