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Assicurazione auto: se sei disoccupato paghi di più

Anche le compagnie assicurative penalizzano chi è senza lavoro

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L'Italia non è un paese adatto ai disoccupati. Perché in questo strano paese dei balocchi essere disoccupati è penalizzante. Non basta infatti la mancanza di stipendio e quindi di denaro, non basta la mortificazione di trovarsi nell'impossibilità di soddisfare ai più elementari bisogni perché letteralmente con le tasche vuote, ci si mettono proprio di impegno per penalizzarti ancor di più. Vere e proprie vessazioni.

Nei giorni scorsi abbiamo raccontato l'illogica norma dell'Ordine dei giornalisti in base alla quale i giornalisti pensionati pagano metà della quota annuale di iscrizione all'albo obbligatorio, mentre i giornalisti disoccupati pagano l'intera somma. Una sciocchezza bella e buona.

Ma le disavventure dei disoccupati non finiscono qui. Sentite questa. Stamane ho rinnovato l'assicurazione della mia sgangherata autovettura. La compagnia assicurativa in questione mi ha mandato il preventivo. Ho letto i dati e ho notato due cosette da modificare: il numero di figli e lo status occupazionale. Chiamo il numero clienti dell'assicurazione Genialloyd e chiedo di modificare quei dati: mia moglie ed io non siamo una coppia senza figli, ma una coppia con tre figli; inoltre non sono più un giornalista, ma un giornalista disoccupato. La gentile fanciulla al telefono, con accento dell'Europa dell'Est, cambia i dati ed effettua il nuovo calcolo della somma che devo versare. Il numero di figli è solo un dato statistico, mi spiega, non incide sul costo della polizza, mentre il mio nuovo status di disoccupato sì. Immagino di ottenere uno sconto, sia pure minimo, e invece la gentile fanciulla mi dice che invece dei 296 euro del primo preventivo, calcolato come se lavorassi, dovrò pagare 308 euro proprio perché sono disoccupato. Dodici euro in più perché sono disoccupato. Trovo illogica la cosa e chiedo spiegazioni. La fanciulla, sempre gentilmente, mi spiega che essendo disoccupato corro maggiori rischi, perché magari mi metto in auto per cercare lavoro. Basito, ringrazio e chiudo la telefonata. Non soddisfatto, mando anche una email al servizio clienti, che dopo qualche minuto mi risponde: "Siamo spiacenti di informarLa che la professione è un dato di quotazione e pertanto può incidere sul calcolo del premio". Già, il premio. Il premio per l'assicurazione, non certo per il cliente. 

A conti fatti anche per le assicurazioni i disoccupati devono pagare di più di chi lavora. Ma se non lavoro e non ho reddito come diamine posso pagare di più?

Insomma, se avete la sventura di essere disoccupati... non ditelo in giro.

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