Nei giorni scorsi l’Aministrazione Comunale di Agnone avrebbe discusso circa la nuova iniziativa di Unione dei Comuni di Agnone, Frosolone e Trivento, elencando tutti i benefici di questa operazione. Una sola voce si sarebbe levata (quella di Lorenzo Marcovecchio), non tanto contro l’ Unione di Comuni, quanto contro questo tipo di decisione che, escludendo tutti gli altri Comuni dell’Alto Molise, prefigurerebbe una specie di monopolio dell’operazione preclusa appunto ad altri Comuni, dannosa per Agnone e, comunque, con un orizzonte limitato, non prospettando sviluppi futuri. E Lorenzo Marcovecchio, se sono vere le notizie riportate, non si sbaglia.
Quando ho appreso la notizia della Unione, non ho potuto fare a meno di condividerla, anche con piacere, perché sinonimo di movimento, salvo però precisare cose che avevo già contestato, qualche anno fa, al vice-sindaco Maurizio Cacciavillani e cioè che: l’operazione, perché possa avere un senso deve essere aperta, subito, oltre che ai comuni dell’Alto Molise, anche e soprattutto a quelli dell’Alto Vastese e dell’Alto Sangro, e, questo, per ovvi motivi: 1. Se l’operazione si fermasse alla prevista Unione, Agnone si ritroverebbe in un cul de sac, ultimo Comune di un territorio che avrebbe il baricentro in Trivento (Campobasso); 2. Verrebbe preclusa la possibilità di una riaggregazione di un territorio omogeneo per lingua e cultura, com’è l’Alto Sannio; 3. Verrebbe fuorviato l’interesse dell’Alto Molise la cui sopravvivenza è legata alla possibilità di aprire due nuove strade veloci, verso Bomba e verso Alfedena-Castel di Sangro-Roccaraso, cioè strade che consentirebbero un aggancio serio con Pescara e le zone nord del territorio.
Le mie osservazioni assumono un maggior rilievo quando leggo che l’Amministrazione Comunale di Agnone appoggia il progetto della Fresilia. Ne sono sconcertato per motivi molto semplici che il 3 novembre scorso riportai nell’articolo e che qui riassumo brevemente.
Esistono 15 milioni di euro stanziati per procedere a realizzare un pezzo della Fresilia; ne servono, per completare l’ opera, 30, ma come ben sappiamo dalle esperienze passate, potranno facilmente lievitare fino a 50-60 e oltre. In concreto si spenderebbero, oggi, un sacco di euro senza cuna certezza che l’opera venga finita.
Sono molti coloro che stanno urlando: “I soldi sono già impegnati su un capitolo di spesa; se non li prendiamo, adesso e subito, rischiamo di perderli”. E non si preoccupano, minimamente, del fatto che, qui, siamo di fronte a una politica di pezze a colori. Manca, come in passato, la capacità di guardare l’insieme dei problemi che investono il domani e il futuro dei loro figli. Per esempio: Campobasso sarà ancora un capoluogo di Regione? Sarà ancora Provincia? Lo sviluppo economico della zona alto-molisana guarderà a Campobasso-Benevento oppure a Pescara? L’approvazione del suddetto lotto di 15 milioni di euro gratificherà, molto, i progettisti, gli ingegneri e le ditte appaltatrice con i loro impiegati e operai chiamati a realizzarlo, ma li illuderà: loro penseranno di lavorare ad un progetto, ed invece parteciperanno ad un ulteriore spreco di denaro e alla successiva beffa di non avere le giuste strade per loro stessi, per le loro famiglie e le loro imprese.
La logica dominante (in senso figurato) sarà sempre la stessa: prendi i soldi e scappa .
Ecco, avremmo il Danno (spreco di denaro) e la Beffa (un pezzo di strada costosissima, utile a pochissimi, per andare verso il nulla).