Tornano in mare i pescherecci molisani, soprattutto della flotta termolese, per rifornire, i mercati, la filiera e la ristorazione di pesce fresco. Termina il 21 settembre il fermo pesca per il tratto di costa che va da Pesaro a Bari, iniziato l’11 agosto, con l’obiettivo di garantire il ripopolamento dei pesci nel mare. Secondo i dati divulgati da Impresapesca Coldiretti, il settore pesca sta attraversando una fase di forte difficoltà , con una flotta di pescherecci italiani che, negli ultimi 30 anni, ha già perso circa il 35 per cento delle imbarcazioni e 18.000 posti di lavoro.
Secondo quanto lamentano i pescatori, in Italia vi sono costi maggiori, dal carburante alla manutenzione, dalle tasse al costo del lavoro. Negli ultimi dieci anni il solo prezzo del carburante, che incide fino a due terzi del bilancio dei pescatori, è aumentato del 240 per cento. D’altra parte, il sistema di vendita generalmente utilizzato è quello dell’asta al ribasso. Il banditore stabilisce, per la partita di pesce, un prezzo di partenza, che viene abbassato a ritmi di tempo stabiliti. Il commerciante che per primo blocca il prezzo è il compratore. Tale meccanismo non garantisce che il prezzo sia sufficiente ristoratore dei costi di produzione, anche se il pescatore ha la possibilità di ritirare la partita, ma dovrebbe avere altre alternative valide per la vendita, altrimenti il prodotto perde di valore col trascorrere del tempo, diminuendo la freschezza.
Anche nel settore pesca sarebbe importante agevolare la concentrazione dell’offerta del prodotto e la creazione di adeguati sbocchi di mercato. Per valorizzare il pesce pescato e allevato nel nostro Paese, mediante la creazione di una filiera ittica tutta italiana, che tuteli la qualità e l’identità nazionale del prodotto, Coldiretti Impresa Pesca sta avviando iniziative pilote, in Italia, per la vendita diretta del pesce presso la rete di Campagna Amica.