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VOLLEY, STEFANO PATRIARCA ESORDIO IN A1

E' il secondo giocatore molisano che approda nel massimo campionato nazionale. "Il mio sogno. Arrivare in nazionale e giocare il mondiale"

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Dal rischio di perdere l’uso di un braccio (per via di una occlusione di un’arteria ulnare) all’approdo in serie A1 con la casacca del Castellana Grotte. Come dire dall’inferno al paradiso il passo è stato breve. Per chi non lo avesse capito stiamo parlando del centrale agnonese Stefano Patriarca, secondo molisano (dopo Gravina, ndr) ad arrivare nel massimo campionato di volley nazionale. “Se oggi posso toccare il cielo con un dito è grazie al professor Franco Pionella, primario di Chirurgia del san Matteo di Pavia che quando giocavo a Crema mi ha operato restituendomi l’uso del mio braccio destro. Con lui permettetemi di ringraziare l’equipe del dottor Farina, persone squisite a cui dirò per tutta la vita grazie”. Patriarca, dopo Gravina lei è il secondo molisano che arriva in A1. Quante responsabilità si sente di avere per questo passaggio di testimone? “Nessuna. Per me è un grande onore e uno stimolo in più per fare bene e restare nella massima serie il più a lungo possibile. So che nessuno mai mi regalerà nulla ed è per questa ragione che ce la metterò tutta”. Come si trova a Castellana e soprattutto quali sono gli obiettivi che si è prefissato di raggiungere. “A Castellana si lavora benissimo. C’è uno staff tecnico eccezionale e i compagni sono li sempre pronti a darti una mano. Obiettivi? Farò una concorrenza spietata ma leale a due giocatori quali Rak e Cozzi che sicuramente non hanno bisogno di presentazioni”. Quanto spazio è riuscito a ritagliarsi nel pre-campionato? “Molto. Ho giocato tutte le partite offrendo sempre buone prestazioni” Ok. Ma da uno a dieci quante possibilità avremo di vederla in campo dal primo minuto nella gara di esordio a Trento? “Sarà molto difficile, tuttavia spero di essere utile alla causa a partita in corso. D’altronde avanti ho due professionisti che giocano in A1 da 8-10 anni”. Quante difficoltà ha incontrato in A1, lei che arriva dalla serie inferiore. “La verità? Nessuna, soprattutto perché già dal secondo anno fatto a Crema quando abbiamo centrato i play-off per l’A1 (persi contro Roma) il mio pensiero era catapultato nella massima serie. Tuttavia non le nascondo che qui ci sono dei palleggiatori che fanno cosa incredibili e stargli dietro non è sempre facile”. Oggi qual è il sogno nel cassetto di Stefano Patriarca? “Uno l’ho già realizzato. Ed è stato quello di portare il nome di Agnone in giro per l’Italia, all’altro ci sto lavorando. Ovvero arrivare un giorno ad indossare la casacca azzurra e disputare un mondiale”. Proprio non si può dire che Patriarca non abbia le idee chiare....
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