Settanta per cento in meno degli attuali occupati. In sintesi l’ospedale di Agnone passerà dai 190 dipendenti a poco più di 70. La nefasta previsione è di Salvatore Carosella, sindacalista Rsu FpCgil di lunga data al San Francesco Caracciolo. Nell’intervista rilasciata a Il Nuovo Molise, Carosella ha parlato del nuovo riassetto organizzativo della struttura in merito ai tagli già operativi (vedi chiusura punto nascita).
Ospedale Caracciolo, operazione smantellamento avviata. Tutto come da copione Carosella?
“Da tempo le sorti dei ‘piccoli ospedali’ di tutta Italia (compreso quello di Agnone) sono segnate e questo perché secondo studi di funzionalità è stato dimostrato che le stesse strutture non rispondono a nessuno dei parametri di valutazione base quali efficienza, efficacia e economicità della gestione”.
Dal primo novembre (lo ha ufficializzato il direttore sanitario dell’Asrem di Isernia Fulvio Manfredi Selvaggi, ndr) in alto Molise non si nascerà più. Che fine farà il personale infermieristico visto che quello medico si sta ricollocando in altre strutture?
“Il Commissario “ad acta” Iorio, il 24 settembre 2010, ha adottato il decreto n.68. Questo decreto anticipa i tempi della riorganizzazione della rete ospedaliera molisana, ossia, taglia i posti letto e crea le Rsa. Il direttore del Presidio ospedaliero di Isernia, di cui Agnone è uno stabilimento, lo sta portando a compimento attraverso l’applicazione del suddetto decreto. Fra le altre cose ci sarà anche la dismissione del reparto di ostetricia con la conseguente chiusura del punto nascita. Il personale infermieristico , così come quello medico, sarà ricollocato in ambito Asrem. Dalle sigle sindacali, ad oggi, non è stato approvato nessun accordo di mobilità del personale. C’è da evidenziare che il Contratto collettivo di lavoro nazionale norma la mobilità entro 25 km e quindi su questo aspetto vi è assoluta incertezza e confusione. Quello che è certo è che vi sarà un forte contenzioso, sia sotto il punto di vista sindacale che giuridico”.
Insistiamo sull’aspetto lavorativo. Con la nuova riorganizzazione quante unità lavorative perderà il Caracciolo?
“Secondo i parametri oggi in vigore per la determinazione del personale dell’area del comparto (ausiliari, infermieri, tecnici di laboratorio, tecnici di radiologia, fisioterapisti, amministrativi,ecc..), per i rimanenti 20 posti letto sugli attuali 68 ordinari a bassa e media intensità di cura ed i servizi indotti, la dotazione organica sarà del 30% dell’attuale, ossia, 70 unità rispetto agli attuali 190. Quindi, complessivamente, l’ex Zona di Agnone perderà circa il 70% del personale”.
In termini economici cosa significa per un’area già fortemente depressa come quella del Molise altissimo.
“Non essendo io un economista, non riesco a proiettare uno scenario dettagliato di quello che accadrà economicamente, di certo vi è il fatto incontrovertibile di una perdita di entrate di natura salariare che porterà con sé un ulteriore impoverimento che determinerà una disoccupazione indotta su tutti i settori manifatturieri e commerciali”.
Se tutto ciò è stato reso possibile dove bisogna andare a rintracciare i responsabili?
“I responsabili? Sicuramente sono quelle persone che non hanno saputo effettuare delle scelte. Mi spiego meglio. Ci sono zone del Molise, vedi Campobasso città, in cui sono presenti quattro strutture sanitarie, per complessivi 650 posti letto, ossia, il 50% del totale dei posti letto. Inoltre, la sanità privata rappresenta circa il 33%, ed è insediata fra Campobasso ed Isernia, per cui la scelta che doveva essere fatta, a mio parere, era di ridistribuire i posti letto sul territorio, eliminando strutture ridondanti e salvaguardando attraverso il potenziamento la struttura di Agnone portandola ad un livello di operatività e di efficienza tale da non essere messa in discussione”.
Per Agnone i tagli dell’Asrem sono già attuativi a Venafro al momento è tutto congelato. Ma che razza di riorganizzazione è questa?
“La manovra fatta su Venafro è sintomatica dello stato dell’arte, ossia: adda passà a nuttata…”
Lei in passato è stato uno dei primi a lanciare l’allarme occupazionale, ma in molti, come spesso avviene da queste parti, hanno preferito fare orecchie da mercante. Adesso cosa bisognerà attendersi.
“Che i vari decreti adottati dal commissario alla sanità scarichino i loro effetti, ossia, chiusura dei reparti e mobilità del personale”
Come sindacalista vive quotidianamente all’interno della struttura sanitaria che aria si respira?
“A mio avviso ancora non vi è consapevolezza di quanto accadrà nell’ immediato futuro. Tutti si attendono che “il mago” all’ultimo momento tirerà fuori il coniglio dal famoso cappello a cilindro risolvendo il tutto... e tutti saranno felici e contenti”.
C’è chi, incurante di quanto sta per accadere, continua a suonare sulla nave che affonda.
“Eh si, ha ragione, è quanto le dicevo poco fa”.
L’8 marzo scorso con migliaia di suoi concittadini ha sfilato lungo le vie di Agnone alla manifestazione organizzata dal gruppo ‘Il Cittadino c’è...’. Che idea si è fatta di tutti quei sindaci che avevano giurato solennemente di dimettersi nel momento in cui l’ospedale sarebbe stato toccato dai tagli....
“Non ho molte cose da dire in merito. Secondo il mio parere, la questione è sfuggita loro di mano, credevano che non si sarebbe mai arrivati a questo epilogo. Poi per la questione della coerenza, è fatto notorio che i politici spesso lasciano a desiderare in merito”
In definitiva ci spieghi a che gioco sta giocando il Governatore Michele Iorio, che a quanto pare starebbe cercando di bluffare anche con Roma, dove continuano a ripetere di voler chiudere i piccoli ospedali.
“Eh si, si sta recitando una pantomima che più parti hanno concordato in cui vi è il cattivo ed il buono che lotta per l’affermazione del bene contro tutti e tutto a viso aperto, solo che questa volta la pantomima concordata a tavolino non prevede la vittoria del buono ma del cattivo”