Testo accolto dal Governo
Durante il dibattito alla Camera sulla riforma della parte II della Costituzione è stato accolto dal governo un ordine del giorno sul tema della fusione di Regioni. Nel testo, presentato da Russo, si legge che “uno dei principali ostacoli che storicamente si frappongono alla compiuta realizzazione del regionalismo italiano è la scarsa consistenza, in termini di territorio e popolazione, di molte Regioni, che non raggiungono la «massa critica» necessaria all'esercizio di diversi poteri che ad esse sono stati devoluti”.
Non a caso, scrive Russo “nel corso del dibattito parlamentare è stato sollevato il tema della revisione dell'assetto territoriale attraverso l'istituzione di macroregioni, ponendo la discussione su un altro piano, sicuramente di slancio propositivo dal punto di vista strategico e operativo”. Secondo il firmatario “l'istituzione di macroregioni garantirebbe maggiore efficienza ed economicità della programmazione territoriale, nonché della coesione territoriale e dei livelli essenziali delle prestazioni, alle economie di scala possibili nel governo di vaste aree omogenee”.
Non solo: le macroregioni eviterebbero “gli squilibri territoriali determinati dalla istituzione di città metropolitane dotate di competenze simili a quelle delle attuali regioni” e inciderebbero “positivamente sui costi della politica, riducendo la dimensione degli apparati e gli sprechi”.
Poiché “la riforma costituzionale razionalizza la competenza legislativa regionale riportando allo Stato il potere di legiferare su alcune materie, nonché abolendo l'attuale competenza concorrente delle Regioni” è necessario che il Governo verifichi, conclude Russo, “la possibilità di intervenire anche attraverso una propria iniziativa legislativa di rango costituzionale, coinvolgendo tutte le realtà interessate, per rivedere l'intero assetto territoriale e disporre la fusione di regioni esistenti”.