Si è riunito, a Roma, un nuovo tavolo tecnico per la verifica del piano di rientro dal deficit della sanità e per la valutazione dell'operato regionale in questo senso. I funzionari dei Ministeri della Salute e dell'Economia intervenuti hanno incontrato il governatore della regione Paolo di Laura Frattura nonchè commissario alla sanità regionale insieme al direttore generale della Salute alla Regione Molise Marinella D'Innocenzo accompagnati, a loro volta, da altri dirigenti regionali.
Dopo la discussione il tavolo tecnico ha bocciato nuovamente e nettamente l'operato della Regione cominciando a pensare al commissariamento della sanità . Il presidente ha da subito contestato la decisione affermando, tra l'altro, che 'per i Ministeri contano solo i numeri'. Per maggior chiarezza riportiamo, integralmente e dall'Ansa, il discorso del presidente in seguito alla decisione ministeriale:
'Se per evitare il commissariamento della nostra sanità , le condizioni, che il Tavolo tecnico di Roma continua a imporci, si riducono ancora una volta all'indistinta chiusura degli ospedali pubblici, all'aumento delle tasse per i cittadini, alla contrazione di un nuovo mutuo di 290 milioni di euro e al licenziamento di centinaia e centinaia di operatori, noi per primi diciamo no. La riorganizzazione dell'offerta sanitaria, per noi, passa esclusivamente per due canali precisi, qualità ed efficienza. Parametri che per i tecnici del Ministeri dell'economia e del Ministero della salute evidentemente contano poco o niente'. -asserisce Frattura.
'Usciamo dalla nuova verifica - prosegue il governatore - con la certezza che non ci sia alcuna voglia di sentire altre motivazioni che non quelle meramente ragionieristiche. Il diritto dei cittadini alla salute, però, non è un conto matematico'. Frattura infine conclude: 'Il Molise non può permettersi sei ospedali pubblici, lo sappiamo, ma questo non vuol dire semplicemente: chiudiamo, semmai riorganizziamo. Puntiamo alla qualità , alla sostenibilità , all'efficienza, all'appropriatezza. Era ed è la nostra idea. Non è convincente? Ne prendiamo atto.'
'Aspettiamo che il Governo risponda a questa nuova richiesta di commissariamento per il Molise. Non sarò io a liquidare la nostra sanità , i nostri diritti di cittadini molisani. Ignorato, in tal senso, l'importante lavoro di prospettiva, di nuovi indirizzi che pure oggi volevamo mostrare a Roma. La parte tecnica, trincerata dietro a un muro di contrarietà impenetrabile, in particolar modo la rappresentanza del Mef, continua a imputarci inadempienze, tutte derivanti dal passato, sia sul versante economico sia sul versante sanitario fermandosi ad analizzare, oggi, in maniera esclusiva soltanto il 2013. Nessuna valutazione dei nuovi processi messi in atto, nessuna possibilità di una attenzione diversa, proprio in virtù del nuovo corso, nei riguardi del Molise". Il governatore-commissario parla poi della questione degli addetti alla sanità regionale: "Impossibile accettare la soluzione delle graduatorie, visto che l'ultima a nostra disposizione risale a ben dodici anni fa. Con un blocco del turn over che paralizza il sistema da anni e che certo non è imputabile a noi, come si fa adesso a parlare di 500 contratti a tempo determinato in esubero?'
'Com'è possibile avanzare l'ipotesi di licenziamenti - si chiede Frattura -, ipotesi cavalcata tra gli altri anche dal subcommissario Rosato, suggeritore addirittura di nuove misure restrittive? Non ci possono venir contestate proroghe nei fatti indispensabili ed essenziali, è un gioco al massacro al quale noi ci sottraiamo". Infine conclude: 'La sanità la fanno medici, infermieri, operatori di ogni livello, si può prescindere dal loro contributo, dalla loro prestazione, dalla loro professionalità ? Come si fa a pensare che un territorio regionale, ancorché dai numeri contenuti in termini di popolazione, possa non avere ospedali? La politica, il buon governo, non si fanno con i tagli. È facile, ma non è né etico né giusto. Noi ci confrontiamo con i cittadini, con i cittadini abbiamo discusso e discutiamo anche scelte molto difficili. Questo è il nostro compito, non il resto".