AGNONE - Il fiume di fuoco va avanti, da secoli, nonostante tutto, nonostante le polemiche, le difficoltà e i tagli all’ospedale “Caracciolo”. Uno scatto d’orgoglio degli agnonesi, dell’intera città, un riaffermare le proprie origini e la volontà di scrivere ancora la storia, il futuro e il presente.
E’ il giorno della grande Ndocciata dell’Immacolata. Le Ndocce, il fiume di fuoco, la cui scintilla è scoccata nei secoli scorsi, divamperà ancora una volta. La memoria volta a quell’ormai lontano 1996, quando i portatori di Agnone incendiarono piazza San Pietro, omaggiando il Santo Padre, che aveva visitato Agnone un anno e mezzo prima. Le parole del Papa Giovanni Paolo II furono piene di commozione e gratitudine: «Grazie per questo spettacolo, grazie per il falò della fratellanza, grazie alla diletta città di Agnone. Il fuoco purificatore che i vostri padri accendevano in occasione del solstizio è divenuto segno di Cristo, di Gesù luce del mondo. Le crepitanti fiaccole ci ricordano che Cristo è la vera Luce. Possa il fuoco trasformarvi in portatori di gioie per il Natale, ad Agnone ed al Molise tutto». Parole semplici e sempre attuali, che segnarono la definitiva affermazione della Ndocciata agnonese come uno fra i più suggestivi riti natalizi della tradizione italiana. «Negli anni successivi - spiegano gli organizzatori - altre tre volte la ‘Ndocciata si è svolta l’8 dicembre in edizioni straordinarie legate a particolari ricorrenze. Come è avvenuto nel 2000 in occasione dell’Anno Giubilare o nel 2004 per la celebrazione del seicentesimo anniversario della proclamazione di Agnone a Città Regia».
Cinque gruppi di portatori
Da secoli i protagonisti della ‘Ndocciata sono i potatori. Divisi in gruppi provenienti dalle contrade rurali di Agnone, gli uomini che sfilano con le grandi torce ardenti sulle spalle si sfidano ogni anno per la conquista del trofeo artistico dello ‘Ndocciatore, realizzato anni fa dallo scultore Ruggiero Di Lollo. Cinque sono i gruppi che negli ultimi anni hanno animato la ‘Ndocciata.
La contrada di “SANT’ONOFRIO” è certamente il gruppo più antico.
Prende il nome dalla zona montana a nord di Agnone ed è formata da oltre 150 elementi tra uomini e donne. Il gruppo che rappresenta Agnone centro è quello denominato “CAPAMMONDE E CAPABALLE” nome che sta ad indicare la parte alta della cittadina altomolisana. Composta da oltre 100 persone, questa formazione è la più giovane per età media. La contrada “COLLE SENTE” può definirsi il gruppo di “alta quota”. Proviene infatti da un nucleo abitato situato a ovest di Agnone oltre i 1000 metri di altitudine. La contrada “GUASTRA” anche se appartiene amministrativamente al comune di Capracotta è legata da sempre a questa tradizione agnonese; infatti fino a qualche anno fa, gli abitanti di questo gruppo di case rurali accendevano torce ardenti vicino agli usci la sera della vigilia di Natale. Infine “SAN QUIRICO” rappresenta il territorio rurale di Agnone più a valle, è il gruppo meno numeroso della ‘Ndocciata ma particolarmente agguerrito e legato a questa tradizione.
L’appuntamento è per l’ 8 dicembre 2010 alle ore 18 lungo il corso cittadino.
La manifestazione, come da tradizione, verrà riproposta la sera della Grande Vigilia Agnonese il 24 dicembre 2010 alle ore 18 ed a seguire la 51^ Edizione della rappresentazione vivente della Natività.
Info: Pro Loco Agnone
Tel e fax. 0865/77249