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ANESTESIA, MASTRONARDI SE NE VA A ISERNIA. REPARTO IN GINOCCHIO

Lo annuncia il direttore della pastorale sanitaria. Intanto dopo la chiusura del punto nascite sfiorata la tragedia

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AGNONE - Gli anestesisti vanno via, interventi chirurgici a rischio all’ospedale San Francesco Caracciolo. La denuncia porta la firma di don Francesco Martino, direttore della Pastorale sanitaria della diocesi di Trivento. Il prelato, da sempre in prima linea contro i tagli alla struttura sanitaria altomolisana, annuncia che dal 15 dicembre il reparto di Anestesia e Rianimazione rimarrà con due soli medici. Infatti – a detta di don Francesco Martino – Costantino Mastronardi sarà trasferito all’ospedale Veneziale di Isernia, mentre stessa sorte – questione di tempo - toccherà al primario Franco Paolantonio. Sulla carta dovrebbe rimanere, Michelina Giacò che da sola non potrebbe garantire le attività svolte fino ad oggi. Nefasti i risvolti sulle varie attività che si svolgono al Caracciolo correlate all’Anestesia. Il rischio maggiore a cui si va incontro è quello di non poter tenere più aperta la sala operatoria se non per piccolissimi interventi ma, fatto ancora più grave – sottolinea don Francesco Martino – si danneggia ulteriormente l’emergenza-urgenza, perché non si avrà più nessun anestesista reperibile: oltre alla mancanza di Radiologia h24 e dell’ortopedico, si avrà la mancanza dell’anestesista, per cui, per regola, il Punto di primo soccorso dovrebbe chiudere dalle ore 14 alle ore 8 del giorno successivo, mettendo severamente in pericolo la salute della popolazione alto molisana. Lunedì prossima tale situazione dovrebbe essere ufficializzata da un incontro tra il direttore danitario e il direttore dell’Uoc di Anestesia e Rianimazione. “Questo Ufficio – scrive don Francesco Martino - da sempre dalla parte dei cittadini, è stanco di vedere da parte dell’Asrem, del Commissario e Sub Commissario di Governo e da tutta la struttura regionale la non assunzione delle proprie responsabilità e la trascuratezza della struttura burocratico-amministrativa nell’intervenire per tutelare la salute dei cittadini alto molisani, per la tutela dei Lea minimi, rinviando sine die la risoluzione dei piccoli problemi quotidiani: c’è un livello di decenza che è stato ampiamente superato in materia di disinteresse, trascuratezza, ignavia e anche mancanza di volontà di lavorare, che genera inefficienze colpose sulla pelle dei cittadini. Non si può – prosegue il direttore della pastorale sanitaria di Trivento - scaricare tutto sui poveri operatori che hanno la disgrazia di rimanere in servizio al Caracciolo, esponendoli a denunce penali e rischi oltre misura: si prega, per tale motivo, di intervenire prontamente a tamponare queste situazioni che sono di specifica competenza e responsabilità di Asrem e struttura Commissariale, perché al Commissario è stato chiesto di risparmiare, garantendo i Lea su tutto il territorio regionale da parte del Governo: e il primo e fondamentale Lea è l’emergenza-emergenza! Non creiamo – conclude - altri problemi alla gente dell’Altomolise e della Diocesi di Trivento, che ha diritto anch’essa a vivere sul territorio regionale che abita!” Il rovescio della medaglia – In questo quadro non proprio roseo da registrare come il servizio di Primo Intervento del Caracciolo, grazie alla presenza del Pediatria reperibile, dell’Anestesista reperibile e del Ginecologo reperibile ha potuto trasferire in sicurezza una gestante giunta all’ottavo mese di gravidanza e alla quale si erano rotte le acque, presso la Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo con due equipes mediche su due ambulanze con culla termica (secondo caso dell’anno), evitando la tragedia. Un fatto che se ce ne fosse ancora bisogno rimarca la necessità grave ed urgente da parte della Asrem di garantire un Punto di Primo Intervento, Modulo di Emergenza tipo C, come configurato dalla Regione Lazio, come affermato dall’ufficio della pastorale sanitaria di Trivento nella pubblica conferenza del mese scorso.
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