Paola Suà (presidente nazionale Ugda) in sintesi ci spieghi quello che sta accadendo presso il rifugio per cani in contrada Castel di Croce di Poggio Sannita che dal ’97 ospita centinaia di cani abbandonati?
“Quella di Poggio Sannita è una vicenda annosa che non ha mai trovato soluzione. Tra novembre e dicembre 2010 sono circolate su Facebook delle fotografie che testimoniavano lo stato terribile dei cani 'detenuti' nella struttura. Oltre che a suscitare la pietà degli animalisti, queste fotografie ne hanno scatenato lo sdegno e in tantissimi si sono rivolti a noi UGDA (che è la prima associazione italiana che come opera di volontariato offre anche consulenza legale gratuita a tutti i cittadini iscritti e non per tutelare i diritti degli animali) perchè scrivessimo per loro il testo di un esposto e così lo abbiamo organizzato a livello nazionale. Ora toccherà alle istituzioni dare delle risposte ai cittadini”
Una questione annosa, sembra di capire, che si protrae da tempo. Dal ’97 ad oggi sono passati 14 anni. Il problema è sempre esistito ma le istituzioni (Regione, Provincia, Comunità Montana, Comune, Asrem, ecc), malgrado i vari appelli piovuti da più parti non sono riuscite mai a dare una risposta concreta alle esigenze della struttura (lo ricordiamo ai lettori, un vecchio casolare di campagna nel territorio di Poggio Sannita). Lei che idea si è fatta e oggi avete una proposta alternativa?
“Al di là delle responsabilità oggettive che non tocca a noi redarguire come già abbiamo detto siamo assolutamente d'accordo con tutti coloro che da anni sostengono che sia imperativo costruire una struttura per l'Alto Molise e aggiungiamo gestita da più associazioni di volontariato e non da privati".
Ma se la struttura come si dice verrà chiusa, che fine faranno i poveri cani?
“In un limite ragionevole di tempo i cani possono essere adottati da famiglie (che sarebbe la soluzione ideale e auspicabile) o stallati presso altre strutture regolari e idonee che ne garantirebbero lo stato di sopravvivenza e benessere previsti dalla 281”.
Non pensa sarebbe opportuno arrivare ad un compromesso con l’associazione 'Valentina' che da anni tra mille sacrifici gestisce il rifugio?
“Parlo per UGDA ma credo di poterlo affermare anche a nome delle altre associazioni che ci stanno affiancando in questa vicenda, nessun compromesso con i gestori dell'ex rifugio Valentina. Sinceramente non suscita la nostra empatia chi per tanti anni si è fatto carico di cani senza avere la possibilità di poterne garantire quello stato di sopravvivenza e benessere previsto dalla 281. Nessuno ha imposto loro di farsi carico di tanti cani, che a dir la verità erano molto di più di 150 e ad oggi sono ridotti a 126.... E' tutto detto! Perchè lo hanno fatto? Senza dimenticare che la struttura è abusiva. Tantissime sono le notizie reperibili in rete”
Ha avuto contatti con il sindaco di Poggio Sannita?
“Al sindaco abbiamo chiesto che emetta un'ordinanza di adottabilità dei cani in modo che si possa trovare, con l'aiuto di tante associazioni tra cui Chiliamacisegua, X4zampe, Rapid Dog Rescue e altre che contatteremo”.
Nei giorni scorsi il caso è stato oggetto di un servizio della trasmissione Striscia la Notizia. Ci dica la verità, ma i cani come stanno e soprattutto come vengono trattati.
“Oltre il filmato dei Striscia, sono soprattutto le primissime fotografie apparse nel web che senza commenti testimoniano lo stato dei cani....”
Si è parlato anche di adozioni, ma davvero pensa che sia la soluzione migliore?
“Sì, è la soluzione migliore. Qualsiasi vero animalista sosterrebbe la stessa cosa. Meglio una famiglia o una prigione? E questo vale per tutti i cani non solo per quelli di Poggio Sannita”.
Ci diceva che con un investimento pari a 150-200mila euro si potrebbe realizzare una struttura con tutti i requisiti richiesti dalle leggi vigenti in materia. Una struttura che contestualmente potrebbe creare anche occupazione. Esistono contributi europei, statali, regionali, da dove poter attingere? E quanto tempo si impiegherebbe? Si spieghi meglio.
“Tutti i canili pubblici sono costruiti con sovvenzioni e nel Molise ne esistono già altri, ma la zona dell'Alto Molise ne è sprovvista. Speriamo che il caso sollevato abbia il lieto fine di una sistemazione molto più consona per questi poveri cani. Una struttura chiavi in mano su un terreno demaniale può essere costruita in tempi brevissimi: in rete alla portata di tutti esistono delle ditte che offrono strutture chiavi in mano edificabili in 10 giorno a un massimo di 200mila euro. Ovviamente non sono strutture per centinaia e centinaia di animali: bisogna ridurre il numero di randagi con le sterilizzazioni come previsto dalla legge. I fondi per le strutture vengono richiesti dai sindaci alle regioni”.
Altomolise.net le offre la possibilità di fare un appello ai lettori.
“Ci appelliamo ai cittadini perchè non mettano in atto iniziative singole, ma che si coordinino con i volontari in loco per non fare confusione. Ci appelliamo al sindaco per l'adottabilità dei cani e, soprattutto, ci facciamo portavoce di tantissimi cittadini e ci appelliamo alle autorità: dove sono finiti tanti dei cani delle fotografie?!”.