AGNONE - “Se entro aprile la casa per disabili ‘Dopo di Noi’ realizzata in località 'Secolare' ad Agnone non aprirà i battenti, rimetterò il mio mandato di presidente dell’associazione onlus C.A.S.I.”.
Fa outing Domenico Calleo che interviene sulla mancata apertura della struttura inaugurata nel mese di giugno scorso.
Non cerca alibi e non gioca a scaricabarile, pratica molto usata di questi tempi, Calleo che a Altomolise.net ammette: “Mi assumo tutte le responsabilità del caso. Regione e Comune non c’entrano assolutamente nulla in questa vicenda. Sono dispiaciuto soprattutto se penso a quelle persone che hanno bisogno della struttura e che ancora oggi non possono usufruirne, ma al contempo vi dico che abbiamo operato sempre e solo in buona fede e alla luce del sole”. La dimostrazione di quanto asserito da Calleo giunge dal fatto che la cooperativa Casi in questo progetto ha investito (su un totale di 317mila euro) qualcosa come 80mila euro dei 37mila pattuiti inizialmente e ha tutto l’interesse affinché la struttura (una ex scuola elementare rimessa a nuovo) venga finalmente aperta. “E’ un obbligo e dovere nei confronti di chi è meno fortunato di noi” ripete il presidente Casi al primo piano della sede operativa di via Pio La Torre a Isernia affiancato da Masina Sbriglia, amministratore delegato della cooperativa e Maria Rosaria Castaldi, vice presidente e prossima coordinatrice della struttura ‘Dopo di Noi’. In seguito Calleo spazza via le ultime voci circolate in merito alla mancanza di risorse economiche e anzi rilancia la posta. “I fondi ci sono grazie ai nostri sforzi e all’impegno preso dalla Regione a cui dopo un anno chiederemo l’accreditamento. Smentisco categoricamente le voci circolate sulla mancanza di fondi. E vi dico di più: in futuro è nostra intenzione realizzare un centro di ippoterapia”.
Ma allora perché tutto questo ritardo dal giorno dell’inaugurazione (giugno 2010), gli chiediamo. “Avete tutte le ragioni di questo mondo – replica Calleo - il problema è che in passato la nostra cooperativa non si era mai occupata di pratiche che interessano la ristrutturazione di locali da adibire ai disabili. Abbiamo sempre gestito strutture chiavi in mano e forse è stato questo oggi l’errore più grande: accettare la direzione dei lavori che purtroppo ci ha trovato impreparati sotto molti punti di vista e ci ha fatto accumulare il ritardo”.
Versione confermata dal direttore dei lavori, l’architetto Vito Romito.
Insomma, problemi di natura tecnica che adesso vanno verso la definitiva risoluzione. “In questi giorni abbiamo depositato in Regione l’atto di collaudo dopodiché sarà la del certificato di agibilità che ci verrà rilasciato dal Comune il quale ci ha garantito di farlo in tempi brevi, contestualmente partirà la selezione del personale (saranno sei-sette le unità operative da impiegare, ndr) e in ultimo l’autorizzazione di funzionamento, una mera formalità”. Il tutto secondo le previsioni del presidente del Casi avverrà entro il mese di aprile, altrimenti ammonisce: “Mi dimetterò”.
Non resta che credergli e attendere.
Sarà la volta buona?