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SECESSIONE, E' TUTTO IL MOLISE CHE DEVE TORNARE CON L'ABRUZZO

Marco Mendozzi del circolo Pd 'Libero Serafini' spiega i tanti perché

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L'Alto Molise che torna alla casa madre abruzzese. L'idea è suggestiva ma bisognerebbe analizzare, anche quantificandoli, i rapporti economici, sociale e culturali esistenti sia con il resto del Molise che con il vicino Abruzzo in modo da avere qualche elemento in più su cui fondare la scelta. Credo che uno studio approfondito, in tal senso, ancora non sia stato compiuto o reso noto per cui, la scelta di andare in Abruzzo rischia di basarsi sulla suggestione del momento magari come conseguenza della rabbia causata dalle vicende del nostro ospedale. Io, invece vorrei che la scelta fosse razionale e basata sui fatti. Il timore è che, in Abruzzo, l'Alto Molise possa ricevere un trattamento ben peggiore di quello riservatoci dalla “matrigna” Regione Molise. In Abruzzo i piccoli ospedali hanno subito una sorte spesso peggiore di quella del “Caracciolo”; la classe dirigente dei nostri vicini ha dato prova di livelli di corruzione eccessivi anche per gli standard molisani (molto bassi a dire il vero); gli abruzzesi, nonostante la presenza di importanti parchi naturali, non hanno saputo fare meglio di noi sotto il profilo della tutela ambientale posto che in quella regione, a Bussi sul Tirino, è stata scoperta la più grande discarica di rifiuti tossici d'Italia e forse d'Europa; in quella Regione, la competizione territoriale è forte ed avviene tra aree molto più agguerrite ed organizzate della nostra. Inoltre, in Molise siamo in grado di eleggere dei rappresentanti in Consiglio Regionale (che poi operino bene o male è un altro discorso) in Abruzzo diventa poco probabile se non impossibile. Infine va considerato che in Molise, sotto diversi aspetti, siamo ancora tra i comuni principali mentre in Abruzzo di realtà come e più importanti della nostra ce ne sono a decine. D'altra parte, a favore della scelta abruzzese c'è da considerare l'eccessivo costo della Regione Molise (intesa come ente) cui vanno aggiunti i costi di ben due province che con il federalismo fiscale graveranno sulle tasche di una popolazione molto ristretta. Chiunque può constatare come il Molise, non solo, non sia attrezzato per sopravvivere al federalismo prossimo venturo ma non possa neanche reggere ad una prevedibile riduzione dei trasferimenti statali sui quali si è basato per anni il nostro “modello “ di sviluppo, se mai ne sia esistito uno. Inoltre, considerando lo stato in cui versa la nostra regione per quanto riguarda la viabilità, la scuola, la sanità e lo sviluppo economico inteso , quest'ultimo, nel senso più ampio possibile, si può affermare che gli scopi per i quali era nata la Regione Molise siano tutti drammaticamente falliti e con essi ci sia stato il fallimento di una intera classe dirigente. In conclusione, ritengo che il passaggio in Abruzzo di pochi comuni sia inutile se non addirittura controproducente mentre, per tutti i cittadini molisani, potrebbe essere vantaggiosa la soppressione proprio della Regione Molise tornando, così, alla Regione Abruzzo Molise, come si vede ancora su alcune vecchie carte geografiche, anteriori al 1963 anche se, occorre prenderne atto, il nostro declino è iniziato ben prima di quella data e per ragioni che non hanno nulla a vedere con essa.Una scelta del genere avrebbe senso anche per i nostri vicini abruzzesi posto che, probabilmente, il federalismo sarà un boccone troppo grosso anche per loro. Marco Mendozzi - Direttivo Circolo PD di Agnone -
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