AGNONE - “La sensazione percepita è che hanno intenzione di trasformare il San Francesco Caracciolo in una Rsa (residenza assistita sanitaria) anziché garantire servizi di emergenza – urgenza di cui le popolazioni montane hanno realmente bisogno”.
Piero Pescetelli, medico in servizio al reparto di Medicina dell’ospedale agnonese torna a parlare delle criticità in cui versa la struttura sanitaria di frontiera.
Lo ha fatto a distanza di due mesi, quando all’interno del teatro Italo Argentino insieme a più colleghi denunciò una situazione ai limiti della legalità. Questa volta l’occasione è stata la nascita del Comitato Articolo 32 (iniziativa portata avanti da due ex amministratori comunali, Armando Sammartino e Franco Di Nucci) che si è prefissato di intraprendere qualsiasi strada legale con lo scopo di salvaguardare quel diritto alla salute sancito dalla Costituzione italiana. Pur di riuscire in quella che oggi appare un’impresa assai ardua, il nuovo soggetto, che ha inteso ribadire a chiare lettere di essere un sodalizio apolitico, ha già contattato due legali: Franco Cianci, ex consigliere regionale molisano negli anni ’70 e Simone Del Pozzo, giovane avvocato e consigliere di minoranza di Guardiagrele (Chieti), balzato agli onori dei media per aver curato il ricorso accolto dal Consiglio di Stato in merito ai tagli all’ospedale della sua città. I due si sono detti pronti a perorare gratuitamente la causa del ‘Caracciolo’. A riguardo durante il fine settimana ci sarà un altro incontro. Nel frattempo riecheggiano le parole allarmanti di Pescetelli: “Ci avevano promesso che avrebbero sanato le criticità ma oggi devo prendere atto che al Caracciolo lavora un solo ortopedico, altrettanto avviene nel laboratorio Analisi, dove hanno ‘rottamato’ una dottoressa senza rimpiazzarla. E che dire della radiologia funzionante solo 15 giorni al mese e di quello che resta della Pediatria, un reparto inesistente visto che non si possono ricoverare più bambini. Sulla carta il nostro sarebbe un ospedale h24, ma in realtà non è così: il personale è ridotto all’osso e il rischio a cui si va incontro è quello di non garantire neppure l’emergenza – urgenza. Non si hanno certezze per il futuro (vedi reparto di Anestesia e Rianimazione, ndr) e ogni giorno si inventano qualcosa di nuovo con ordini impartiti verbalmente. E’ una situazione ‘cialtronesca’. Ripeto: la sensazione è quella che vogliono farci morire poco alla volta, per poi far ricadere la colpa sui medici che non hanno risorse umane e strumenti per andare avanti”.
Sull’argomento Rsa anche le minoranze in Comune si dicono pronte a scendere in campo. A riguardo il gruppo Nuovo Sogno Agnonese starebbe preparando una dettagliata denuncia sulle carenze strutturali. A quanto pare, infatti, il primo piano del Caracciolo non avrebbe i requisiti adatti per ospitare la Rsa. “E’ ormai evidente che dietro l’istituzione della Rsa – confida Maurizio Cacciavillani - c’è un piano ben preciso per spazzare via definitivamente i servizi dell’ospedale. Come gruppo di minoranza ci opporremo con forza soprattutto perché questa è una scelta politica, la quale ammazza un territorio”.