CAMPOBASSO. Grande è la confusione sotto il cielo del Molise ! Tratto da un organo di stampa locale: “L’intenzione è quella di realizzare un modello di gestione innovativo tra pubblico e privato, ai fini del miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia delle attività di assistenza ospedaliera erogata, mantenendo, comunque, inalterate le identità e la natura giuridica e gli ambiti operativi istituzionali delle due strutture, offrendo – in aggiunta – ai cittadini della Regione Molise e a tutti gli utenti extraregionali una percezione complessiva ed omogenea dei livelli quantitativi e qualitativi delle prestazioni. Ricevibili da un lato dal PO Cardarelli, identificato come DEA di II livello e struttura ospedaliera di riferimento dell’ASREM in quanto Azienda Sanitaria Universitaria, dall’altro dalla Fondazione di Ricerca e Cura Giovanni Paolo II, identificata quale Centro di Alta Specialità. Entrambi si pongono al servizio dell’utenza con complementarietà di intenti e con condivisione di un servizio di qualità omogeneo e adeguato verso l’alto”.
Se quanto scritto sopra risulterà veritiero in queste ore si sta consumando il “de profundis” dell’assistenza sanitaria pubblica in Molise: il SSR non esisterà più ma verrà frantumato con l’accentramento di strutture sanitarie nel capoluogo di regione e con l’abbandono dei territori periferici soprattutto di quelli montani. Ma vi è la consapevolezza della gravità da parte di chi governa la regione di quello che si vorrebbe fare ? appaltare ai privati (anche se di “eccellenza”) però con finanziamenti pubblici l’assistenza sanitaria dei molisani ? lasciare in mano all’ UNIMOL la gestione del sistema pur non esistendo ufficialmente l’Azienda Integrata ospedale-universitaria che dovrebbe avere tutt’altri compiti ? del resto gli ultimi atti della Direzione Generale sono indirizzati in tale direzione con la nomina di medici universitari cui vengono attribuiti incarichi da primario nell’ambito del SSR o di medici esterni alla regione cui vengono attribuiti incarichi di “coordinamento” con “procedure speciali”. E la professionalità del personale operante nel SSR che fine farà ? e gli ospedali periferici (inclusi anche quelli di Termoli e Isernia fino ad ora preservati oltre naturalmente quelli di Agnone, Larino, Venafro) che faranno ? e la popolazione dei centri minori che tipo di assistenza avrà se tutto verrà accentrato nel capoluogo regionale ?
L’ANAAO ASSOMED non può che stigmatizzare tale soluzione che va contro al diritto alla salute sancito costituzionalmente e favorisce solo lobby politico-sanitarie incidendo negativamente sia sull’assistenza che sulla sostenibilità economica del SSR (attualmente ancora deficitario pur se sottoposto a piano di rientro da tempo).
L’ANAAO ASSOMED riafferma che attualmente l’unica via è la costituzione di un’unica Azienda regionale ospedaliera che gestisca integrandoli tutti i presidi regionali pubblici in rete per le emergenze e le grandi patologie (infarto-ictus-traumi) e delineandone le attività per “intensità di cure”. A ciò, naturalmente, aggiungendo una vera rete di servizi territoriali fra MMG-MCA-PLS-SA-SET 118 strettamente correlati e operanti nei Centri di Assistenza Primaria aperti H12 a cui i cittadini accedono in prima istanza per le loro necessità assistenziali.