Il 26 settembre 2013 il consiglio provinciale di Chieti approvò il piano di contenimento del cinghiale con un motivato voto di astensione del Partito Democratico. Il voto era legato al fatto che il piano era tardivo, pasticciato e legato all’inadempienza che la provincia ha accumulato in questi anni dove è risultata ultima in Abruzzo nell’adottare soluzioni adeguate per porre un freno all’alto numero di ungulati sono presenti nel territorio. Tutto questo dopo che avevano annullato con carattere di urgenza quanto s’era faticosamente costruito e deciso in precedenza.
Il piano era sostanzialmente concentrato sull’azione dei selecontrollori ossia cacciatori specializzati e formati proprio per la caccia al cinghiale che possono agire anche fuori dai tempi della naturale apertura prevista nel calendario venatorio regionale.
Con il recente rinnovo della giunta il neo assessore, Franco Moroni ex presidente della commissione consiliare Agricoltura, Caccia e Pesca, ha avuto anche la delega all’attuazione del suddetto piano; oltre a dichiarare gli interventi sulle scuole bene farebbe a dire cosa ha sinora ha messo in cantiere anche per la problematica cinghiali che resta un problema ancora da risolvere nel territorio.
Agire su quest’ambito è altrettanto importante e significativo perché i cittadini aspettano una risposta concreta che aspettano da cinque anni.
Per conoscere presenterò, unitamente al gruppo del Pd cui resto fortemente vincolato ed iscritto nonostante vicende tutte locali, una richiesta di convocazione della commissione consiliare per conoscere programmi e modalità d’attuazione del Piano a suo tempo approvato dal consiglio provinciale.
Camillo D’Amico
Capogruppo Pd provincia di Chieti