Bisogna mantenere lucido e vivo il ricordo delle tragedie che hanno segnato in maniera profonda il percorso storico dell’Italia e dell’Europa in generale. È un dovere morale al quale nessuno di noi può sottrarsi se si vuole davvero dare cittadinanza storica agli eventi che si verificarono in Istria, Dalmazia e Venezia Giulia tra il 1943 ed il 1945: pagine di storia e ricordi che la cecità ed il furore ideologico hanno tenuto lontano dalla memoria degli italiani per troppi, lunghi anni.
Aver restituito, finalmente, al ricordo collettivo quei tragici fatti ci permette di camminare uniti lungo il sentiero della solidarietà e del rispetto reciproco, nella ferma convinzione che simili avvenimenti hanno rappresentato il lato più oscuro dell’identità storica a politica dell’ Europa.
Oggi più che mai, di fronte ad un’Unione Europea che rischia di vedere incrinarsi pericolosamente i legami di pace e solidarietà tra le nazioni, commemorare il Giorno del ricordo significa dimostrare di aver imparato dagli errori del passato e di voler proseguire, con dedizione ed impegno, sulla strada di una maggior integrazione politica ed economica tra i popoli europei affinché simili tragedie non abbiano mai più a ripetersi.