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Ricostruzione post sisma: l'interrogazione integrale dell'assessore Scarabeo

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Riceviamo e Pubblichiamo

Facendo seguito alla prima interrogazione con risposta scritta e orale depositata in data 08/03/2016… inerente la vertenza dei lavoratori precari dell'Agenzia Regionale di Protezione Civile e dell'Agenzia di Ricostruzione Post-Sisma, in ordine agli sviluppi emersi da una più approfondita analisi degli aspetti economici che hanno portato alla mancata ricontrattualizzazione di parte del personale vincitore del concorso espletato nel 2012, in ottemperanza della delibera di giunta regionale n. 543 del Maggio 2012.

PREMESSO

che la determina n. 119/2013 dell'ex direttore dell'Agenzia Regionale di Protezione Civile, arch. Giuseppe Antonio Giarrusso, recepiva il piano occupazionale dell'Agenzia regionale di Protezione Civile, stabilito dalla giunta regionale con le delibere n. 40/2013 e 71/2013; che la stessa determina specifica a chiare lettere che l'organico assunto in Agenzia doveva espletare sia funzioni proprie del Sistema di Protezione Civile che funzioni emergenziali. Tale concetto è stato integralmente ripreso nel regolamento di funzionamento della stessa Agenzia approvato con delibera di giunta regionale n. 555 del Settembre 2013.

Più in particolare all'interno del Centro regionale di Protezione Civile, ora ricondotto nel servizio regionale di Protezione Civile a seguito della soppressione dell'Arpc e riassegnato sotto la competenza della Giunta regionale, esistevano due uffici strategici siglati rispettivamente 2.10 (ufficio gestione del rischio) e 2.11 (piani di gestione del rischio). A queste due strutture era stato assegnato personale vincitore del concorso, altamente qualificato, dotato di titoli di studio universitari, e soprattutto di provenienza dal lungo precariato in altri settori della regione.
Le ragioni della creazione di questi due uffici con la nascita di Arpc, rispondevano alla precisa esigenza di tutelare il territorio e soprattutto la popolazione civile rispetto agli eventuali rischi di altra natura oltre a quello sismico, più precisamente il rischio idrogeologico, vulcanico e industriale.

Si provi a pensare oggi, dopo lo smantellamento della Protezione Civile, la chiusura dei suddetti uffici e il licenziamento in tronco del personale, come si potrà operare al verificarsi di qualunque emergenza ambientale sul territorio regionale.

Inoltre va evidenziato che l'Ufficio 2.11 era deputato a recepire e coordinare tutti i piani di evacuazione comunali a tutela dell'incolumità pubblica e privata. Detti piani dovevano essere stilati dai vari comuni e riaggiornati secondo quanto previsto dalla Legge 225/1992 integrata e modificata dalla legge 100/2012. La suddetta legge estende ancora ulteriormente il concetto di “previsione e prevenzione dei rischi e di soccorso delle popolazioni cui viene associata ogni altra attività necessaria diretta al contrasto dell'emergenza ed alla mitigazione del rischio connessa ad ogni tipologia di evento calamitoso”.

 A quanto è dato sapere ad oggi nessun comune ha proceduto, anche considerata l'impossibilità di relazionarsi all'ufficio specifico che nel mentre è stato soppresso.

Che allo stato esistono criticità diffuse sul territorio regionale

- Il Molise è tra le sette regioni in Italia con il 100% dei comuni a rischio idrogeologico: 136 comuni sui 136 esistenti sono in pericolo, dati questi ultimi pubblicati in un recente studio realizzato dall'Istituto Superiore di Protezione Ambientale;

- che nella Piana di Venafro si registra in questi giorni una emergenza ambientale determinata dall'eccessivo carico emissivo rilasciato da due grossi impianti: Colacem ed Hera Ambiente, entrambi situati nel comprensorio industriale della Piana del Volturno.

E' notorio infatti che la quantità di rifiuti totale bruciata nei due impianti è pari a circa 120.000 tonnellate e che solo il 10% di queste risultano prodotte in Molise. Di tale situazione i comitati e cittadini hanno informato Sua Eccellenza il Prefetto di Isernia, Fernando Guida, chiedendogli di intervenire applicando i poteri sostitutivi dello Stato e risolvere le inadempienze della Regione, anche in ordine all'assenza dell'Agenzia Regionale di Protezione Civile, impossibilitata a dare supporto tecnico e operativo per le competenze specifiche assegnate dallo Stato con la legge 225/92 modificata dalla legge del 100/2012.

Che a supporto di quanto sopra evidenziato, l'Associazione Mamme per la Salute di Venafro ha trasmesso lo scorso 16 Marzo un atto di significazione, intimazione e diffida nei confronti della Regione Molise, nel quale si chiede di “approvare un serio piano di dismissing dell'impianto di incenerimento di Hera Ambiente, di avviare ad horas gli studi ed esami di matrice ambientale e della sommatoria degli inquinamenti, nonché uno studio epidemiologico delle popolazioni ivi residenti.”

La via tracciata dall'Associazione Mamme per la Salute di Venafro è l'unica attualmente praticabile nel rispetto del principio di precauzione rilevata l'assenza della Protezione Civile sul territorio, l'assenza degli scenari di rischio e la conseguente predisposizione dei piani di gestione del rischio.

Difatti parte del personale vincitore del concorso era stato impiegato proprio nelle attività suddette e che non potranno essere mandate avanti in quanto allo stato attuale il servizio regionale di Protezione Civile risulta composto da sole sei unità lavorative assunte con contratto a tempo indeterminato e destinate però allo svolgimento di altre mansioni.

TUTTO CIÒ PREMESSO, SI CHIEDE

come mai si è deciso di mandare a casa il personale vincitore del concorso,  dichiarando al primo tavolo prefettizio riunitosi in data 13 Febbraio 2014, che non c'erano risorse economiche bastevoli per tutti, ma contestualmente sono stati prorogati all'interno del Sistema Protezione Civile rapporti di lavoro fuori dall'alveo del concorso e per periodi non inferiori a 12 mesi.

SI CHIEDE

di accertare, con riferimento ai profili contabili finanziari, la consistenza dei capitoli del bilancio regionale dedicati al servizio Protezione Civile, tenuto conto che esiste già un esposto presentato dal Senatore Ulisse Di Giacomo mirato ad accertare tale circostanza, che taluni importi sarebbero stati stornati, ancorché vincolati dalla legge dello Stato allo specifica destinazione (vedasi mutuo contratto con la Cassa Depositi e prestiti di euro 5 Mln) e nonostante si trattasse di somme già ‘impegnate’ contabilmente;

SI CHIEDE

di verificare la consistenza e la destinazione dei fondi appostati sui capitoli di bilancio regionale di competenza del Servizio per la Protezione Civile (in base alla L.R. n.12/2012, art 6, comma 6, istitutiva dell’Agenzia per la Protezione Civile), ossia se siano stati effettivamente trasferiti all’Agenzia ovvero siano ancora stati bloccati dalla Regione;

- posto che di tali fondi faceva parte anche un mutuo di circa 5.000.000 di euro, le cui rate sono pagate dal DPC, e che dovevano servire per il completamento della ricostruzione del terremoto 1984 in provincia di Isernia, si chiede di accertarne la destinazione e/o il rispetto del vincolo di destinazione;

- Con riferimento alla gestione della cd. ricostruzione, occorre accertare se sia legittimo, ovvero se costituisca violazione di legge, la scelta dell’Amministrazione regionale di obbligare i comuni ad eseguire procedure accelerate per gli appalti dei fondi del terremoto (ex CIPE 62/2011) in meno di un mese in quanto non compatibili sia con quelli fissati nel cosiddetto “sblocca Italia” (decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, diventato legge il 5 novembre 2014), ove applicabili alle procedure della ricostruzione post sisma sia con i tempi fissati dal Decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163;

SI CHIEDE

di essere resi edotti sulla effettiva destinazione della somma di euro 150.000 accantonata nell'assestamento di bilancio 2015 della Regione e che doveva servire, sulla base dell'impegno preso dal Presidente della Giunta Regionale con le Parti Sociali, per la ricontrattualizzazione per  un periodo di due mesi delle 84 unità lavorative vincitrici del concorso e licenziate dopo un anno e tre mesi di impiego.

SI CHIEDE

di fare piena luce sul rendiconto dell'attività post-sisma al 31 Dicembre 2015, trasmesso alla Regione Molise lo scorso 29 Gennaio, Prot. partenza n. 892/2016.

SI CHIEDE

di verificare se effettivamente risulta vera la circostanza che personale i cui contratti sono scaduti lo scorso 29 Febbraio, continuerebbe tuttora a lavorare presso l'azienda PA Digitale Srl con sede a Campobasso, per espletare i mandati di pagamento attinenti il post-sisma alle aziende che vantano crediti nei confronti della Regione.

 

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