Partecipa a Alto Molise

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Intervista a Massimo Agovino: "Resto ad Agnone a patto che..."

Il tecnico granata si confessa parlando di presente e futuro. “Richiamerei Aquaro e Partipilo”

Condividi su:
AGNONE. O lo si ama o lo si odia. Mezze misure non sono concesse. D’altronde questo è quello che rispecchia il suo carattere. E’ Massimo Agovino, bellezza. Ad Agnone lo hanno capito tre anni fa quando approdò in Alto Molise. Tre stagioni vissute intensamente con l’istrionico tecnico di San Giuseppe Vesuviano capace di centrare due salvezze non prima di aver sfiorato i play-off, obiettivo fallito solo ai calci di rigori con il blasonato Campobasso. A due giornate dalla conclusione della terza stagione consecutiva in granata Il Nuovo Molise ha inteso incontrarlo all’interno dello storico caffè Letterario in compagnia della splendida figlia Letizia. Mister, Agnonese salva o il ricorso al Tar Lazio del Rimini 1912 incute in lei qualche timore? “Il responso del campo dice che l’Olympia è matematicamente salva, tutto il resto sono chiacchiere da bar a cui non va dato credito”. A 180 minuti dalla conclusione della stagione ha iniziato a sfogliare la margherita. Che fa, resta o va via? “Per quello che l’Agnonese mi ha dato sarebbe ingeneroso togliere il disturbo”. Tuttavia in giro si dice che se dovesse arrivare un’offerta importante, magari dalla Lega Pro, Agovino potrebbe accettare. Ad oggi quante possibilità si hanno affinché ciò avvenga. Sia sincero. “Mai sentito parlare di Lega Pro, semmai dovessero esserci presupposti per sposare un progetto importante allora il discorso cambierebbe. Se dicessi di non essere ambizioso sarei un ipocrita, capitemi, ma il mondo del calcio è la mia vita. A ciò aggiungo che restare sulla panchina dell’Agnonese non è affatto un ripiego, anzi è proprio l’esatto contrario”. Non sarebbe più realistico tentare la scalata sulla panchina dei granata. Ormai dopo quattro anni di serie D i tempi sono maturi. Non crede? “Per me sarebbe fantastico, ma conoscendo la realtà non penso che oltre ad una salvezza tranquilla o un piazzamento di prestigio nella alte sfere della graduatoria ad Agnone si possa ambire a qualcosa di più. Comunque mai dire mai, sarei il primo a mettermi in discussione”. Sappiamo di un colloquio con l’ingegnere Rocco Sabelli, presidente onorario del club di viale Castelnuovo. Cosa vi siete detti. “Dopo il pari con il Venafro ho incontrato l’ingegnere a cui ho chiesto se il mio ciclo ad Agnone fosse finito. Volete sapere la risposta? Mi ha detto che è una cosa che devo sentire personalmente, poi ha aggiunto: se arriva una chiamata importante accetta”. In questo torneo cosa non rifarebbe e cosa invece rifarebbe? “Sapete che sono un tipo istintivo e testardo. Vado preso per quello che sono. Non riesco a vedere oltre il bianco o il nero, dunque la risposta è scontata. Rifarei tutto.” Il più grande rammarico di questa stagione qual è stato? “Nei momenti topici non aver potuto contare su gente quale Siciliano, Bernardi e Pesce”. Cosa ha provato nel vedere un giocatore come Pietro Pifano fuori dai giochi. “Rabbia, tanta rabbia. Vedere Pifano allenarsi come mai aveva fatto prima e non poterlo schierare la domenica in campo è stato come ricevere una mazzata terrificante che ti fa mancare il respiro”. Se oggi Agovino dovesse scegliere se rimanere o andare via da Agnone cosa deciderebbe? “Ripeto: per una questione di riconoscenza nei confronti della società non avrei nessun problema a restare, ma dovendo fare una esplorazione a 360° dico di aspettare”. Tre anni consecutivi sulla stessa panchina non si cancellano facilmente. E’ d’accordo? “Sono stati tre anno dove Agovino ha ricevuto e dato tutto. Su queste montagne ci sono i miei affetti più cari e lo dimostra il fatto che oggi trascorrerò la Pasqua con mia figlia Letizia. Credetemi: non è una sviolinata, la notte quando penso di poter lasciare Agnone non riesco a prendere sonno”. Cos’è quella cosa che la spingerebbe a restare? “Istintivamente dico un progetto ambizioso”. Il diesse Maurizio Sabelli dice che al 60% resterà ad Agnone. Cosa replica? “E’ una cosa che mi inorgoglisce e che crea in me tanto entusiasmo”. Cinque giocatori che confermerebbe e tre che segnalerebbe al diesse Sabelli. “Premesso che per quanto fatto vedere l’intera rosa meriterebbe la riconferma, se proprio devo fare dei nomi allora dico: Pesce, Siciliano, Di Lullo, Galuppi e Bernardi. Per quanto concerne i tre nomi nuovi segnalerei due vecchie conoscenze quali Partipilo e Aquaro nonché l’attaccante Argiolas che quest’anno ha vinto il torneo con l’Ancona (Eccellenza marchigiana, ndr)”. Tra gli juniores locali chi vedrebbe rientrare nel giro. “Premesso che a livello giovanile i nostri tecnici hanno svolto un lavoro encomiabile sono convinto che i vari classe ’93 Di Lollo, Walter Scampamorte, Patriarca, Pannunzio e Iallonardi possono senz’altro ambire ad indossare la casacca da titolare l’anno prossimo”.
Condividi su:

Seguici su Facebook