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Calcio, le lacrime di Agovino: “Mi sento agnonese”

L'ex tecnico granata alla vigilia del derby di Coppa Italia: "Non sputo nel piatto dove ho mangiato, domenica andrò a salutare i tifosi granata". Candido Bucci nuovo allenatore della juniores

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Capire il confine tra la sceneggiata napoletana e l’essere uomini. Abbiamo pensato a questo quando è scoppiato in lacrime, poi ci siamo accorti che quel pianto era vero, dettato da un sentimento di una persona che non ha cancellato tre anni della sua vita vissuti a stretto contatto con la gente. Premessa doverosa prima dell’intervista al tecnico Massimo Agovino. “Fischiatemi pure, insultatemi, ma io verrò a salutarvi ugualmente. Non sputo nel piatto dove ho mangiato. Se sono diventato un mezzo allenatore lo devo anche all’Agnonese”. Partiamo dalla fine. E cioè da quando chiediamo a Massimo Agovino di mandare un messaggio al diesse Maurizio Sabelli alla vigilia del derby di Coppa Italia che domenica vedrà di fronte il Trivento all’Agnonese. Il tecnico di San Giuseppe Vesuviano non riesce a trattenere l’emozione. Le parole si inceppano, l’orgoglio viene messo da parte, poi le lacrime, il pianto liberatorio prima di riprendersi e ammettere: “Non dimenticherò mai quello che la famiglia Sabelli ha fatto per me”. Inutile girarci intorno. Atletico Trivento – Olympia Agnonese è soprattutto Massimo Agovino. Ovvero il cambio di casacca che tanto ha fatto discutere in questi due mesi estivi. “Tre anni non si dimenticano facilmente, non si cancellano con un colpo di spugna – prosegue – lassù c’è gente che mi ha voluto un bene dell’anima e alla quale sono ancora legato. Non mi sentirete mai parlare male dell’Agnonese, l’ho detto e lo ripeto. Domenica andrò sotto il settore ospite a salutare quelli che sono stati i miei tifosi, quelli che dopo nove sconfitte consecutive mi sono rimasti al fianco”. Chi si aspettava un Agovino versione “incendiario” scopre l’uomo che ancora oggi sa regalare emozioni e soprattutto sa parlare schiettamente, virtù che lo ha sempre contraddistinto dagli altri. Malgrado tutto, nonostante la realtà, il messaggio è chiaro e inequivocabile. Lui si sente ancora un agnonese. D’Ambrosio, Keita, Ricamato, Partipilo, Pifano. A saperlo saresti rimasto ad Agnone. “Molto probabilmente, ma so che non sarebbe stato così...” A tradire Agovino è stata l’Agnonese, confermi questa dichiarazione? “Senza ombra di dubbio. Lo dico senza fare polemica: dopo l’ultima riunione societaria avevo capito che i programmi sarebbero stati fortemente ridimensionati, ma dopo il mio addio è cambiato più di qualcosa”. Sei tornato a parlare con tua madre e tua sorella che appresa la notizia del cambio di panchina non volevano più sentire di te? “Sì, anche se mi chiedono in continuazione dell’Olympia, del mercato granata. Poi ho saputo che si informano tramite siti online e giornali”. Cosa ti manca di più dell’ambiente granata? “Sabelli-Ciccorelli e i tifosi”. Per un attimo vesti i panni di un tifoso dell’Agnonese, che accoglienza riserveresti domenica ad Agovino? “Quella di uno che in tre anni ha fatto il possibile e l’impossibile per la causa, anche se so che purtroppo non sarà così”. Eppure più di qualcuno vorrebbe ringraziarti per il lavoro che hai svolto in tre anni. “Hanno capito che non sono andato via per soldi. Non sono un mercenario e se da Agnone ho ricevuto tantissimo, senza paura di smentita, posso dire che ho dato tutto me stesso”. Dicevi che ad Agnone “friggevi” con l’acqua. Una battuta? “Macché. In alcuni momenti ho adattato un vecchio proverbio partenopeo che dice: o napulitan si fa sicc ma nun more. Oggi ricordo la trasferta dell’anno scorso a Sant’Egidio la Vibrata dove giocai con otto under sfiorando un risultato stoico”. Di Vito, Aquaro, Tammaro, Siciliano, De Stefano, non ti sembra che gli ingredienti sono gli stessi? “A Trivento ho portato solo Tammaro e Siciliano, gli altri li ho trovati e poi se vuoi continuare a cucinare bene devi utilizzare sempre gli stessi ingredienti...” La cosa che ti ha impressionato positivamente appena arrivato a Trivento. “Giuro: ho trovato molte analogie di Agnone, dal calore e l’affetto della gente, all’organizzazione impeccabile sotto l’aspetto societario, sembra di essere in serie A”. A questo punto la domanda sui Sabelli che fa esplodere le lacrime di Agovino che aumentano di intensità quando successivamente pronunciamo il nome l’ingegnere (Rocco Sabelli, ndr). “Voglio solo dirgli che non sono un’opportunista o un mercenario. Io non dimenticherò mai quello che lui ha fatto per me. Che Dio li benedica”. Un messaggio al team manager Candido Ciccorelli? “Con Candido e la sua famiglia ho avuto sempre un rapporto speciale, un rapporto di amore come l’aria che respiro. Ancora oggi ci sentiamo con lo stesso affetto e la stima di prima”. Uno per i tifosi? “In settimana ho detto ai Briganti (i tifosi del Trivento, ndr) che non sputo nel piatto dove ho mangiato. Se sono diventato un mezzo allenatore lo devo anche a loro”. In caso di gol del Trivento non dirci che non esulterai. “Non lo farò non perché non sarò contento, voglio vincere per partire bene, ma per una questione di rispetto”. Chi deciderà il derby? “Difficile dirlo. Sono convinto che sarà una gara difficile, una partita a scacchi dal risultato imprevedibile”. Juniores - E' Candido Bucci il nuovo allenatore della juniores dell'Agnonese. La decisione presa dalla società di Carmine Masciotra nelle ultime ore. Scaricato l'ex tecnico del Vastogirardi Marco Palazzo. Bucci, negli anni passati ha guitato i Donkyes Agnone in SEconda e Prima categoria.
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