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Agovino show: "Non alleno perché non mi prostituisco"

L'ex tecnico del Trivento torna ad Agnone: "Qui ho ancora degli amici. Senza sponsor non vai da nessuna parte"

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Nonostante tutto, nonostante corse sfrenate, dichiarazioni al veleno, offese gratuite ricevute, porta nel cuore Agnone. Massimo Agovino torna laddove ha vissuto i tre anni più intensi della sua carriera. E’ tornato in Alto Molise per motivi personali e noi abbiamo inteso incontrarlo al ristorante ‘Il Corazziere’,  li dove dice di aver lasciato la sua seconda famiglia. Attualmente mAgovino, appellativo guadagnato nell’Atene del Sannio dopo tante imprese insperate,  è senza squadra perché come lui stesso ammette “ sono uno di quelli che non si prostituisce (calcisticamente parlando, ndr) e non sono capace di portare sponsor”. Una chiacchierata a 360 gradi con un personaggio che fa la felicità dei cronisti, perché non è mai scontato e soprattutto perché non usa la pratica del copia e incolla come fanno tanti altri suoi colleghi.
 

Allora Massimo come va?


“Lo vedi, seduto davanti ad un bel piatto cucinato dal mio amico Corazziere”.


Scherzi a parte, ma dopo tre anni ad Agnone, uno a Trivento, 213 punti totalizzati e due play-off sfiorati di un niente, ti saresti aspettato di rimanere fuori dal giro?


“Se a parlare fossero i numeri allora dovrei dire di no, ma visto che oggi nel calcio c’è la moda di portare sponsor o di prostituirsi non c’è da sorprendersi più di tanto”.


Insomma aveva ragione Nicola D'Ottavio quando cinque anni disse: oggi purtroppo se non hai uno sponsor resti a casa. 


“Nicola è di uno di quelli che ha fatto calcio ad alti livelli e quando parla sa dare peso specifico alle parole. La sua dichiarazione, fatta in tempo non sospetti,  è la conferma che in questo mondo non esiste meritocrazia”.


Secondo te perché l’Isernia ha scelto Francesco Farina al tuo posto che venivi da quattro stagioni più che positive?


“Questa è una domanda che dovreste rivolgere a Monfreda, tuttavia credo che Francesco, tecnico di esperienza e che sa il fatto suo, ha inteso rimettersi in discussione in un campionato di serie D a prescindere dal fattore economico”.

 

Dunque, solo una questione economica? 

 

"Credo di si" 


Oltre all’Isernia non hai ricevuto nessun’altra offerta?


“Una squadra laziale, di cui non faccio il nome, che mi ha chiesto di portare 18mila euro per l’iscrizione”.
 

Cosa gli hai risposto?


“Grazie, ma preferisco guardare le Olimpiadi in tv…” 


Se un anno fa non avessi accettato l’offerta di Falcione probabilmente oggi saresti ancora sulla panchina dei granata. Sei d’accordo?


“Penso proprio di sì, ma resto dell’avviso che dopo tre anni bellissimi, il ciclo ad Agnone  era giunto al capoliena”.


Insomma, ci stai dicendo che rifaresti la stessa scelta?


“Nella mia vita mi sono pentito poche volte. Certo, non posso nascondere una forma di rammarico, ma la cosa più bella è stata quella di vivere in Molise quattro anni bellissimi con persone eccezionali”.


Mantieni ancora la residenza ad Agnone, è vero?


“Certo, e ne vado fiero, malgrado gli screzi qualche amico vero mi è rimasto”.
 

Come vedi le tre molisane di serie D?

“Il Termoli ha fatto una campagna acquisti importante, ma non sottovaluterei Agnonese e Isernia che hanno allestito rose all’altezza. Non penso possano avere problemi di salvezza anche perché in Abruzzo e nelle Marche si vivono forti problemi per allestire gli organici”.


De Stefano al Sorrento (Prima divisione), Di Lullo al Termoli (D), Di Lollo all’Aversa (Seconda divisione), Ligorio a L’Aquila (Seconda divisione), Tammaro al Campobasso (Seconda divisione). Firmato Agovino.


“Aggiungerei anche Pifano al Celano anche se poi sappiamo tutti come è andata a finire.  Lavorare con i giovani non è mai facile, ma visti i risultati, forse qualcosina di buono ho fatto anch’io. Come dicevo in precedenza nel calcio paga altro (sorride sarcasticamente)”.


Tonino Minadeo torna in rossoblu’. Te lo aspettavi?


“La domanda è un’altra: ma come ha fatto uno come Tonino a giocare in D? L’interessamento dell’Agnonese è solo l’ulteriore conferma. Sono contento per lui è tornato nella categoria che gli compete”.


Hai parlato con Eduardo Falcione? Perché non ha prelevato il Nuovo Campobasso?


“Perché è una persona coerente e mi ha detto che prima del calcio vengono gli operai e le aziende”.


C’è qualcosa che ti manca di Agnone?


“Il Civitelle e l’atmosfera che si creava prima delle gare. Se devo essere sincero mi manca il Molise, mi manca Trivento. Faccio fatica a starmene in Campania, giuro”.


La prossima magia di mAgovino?


“Non incontrare l’Agnonese per sfilargli sei punti (ride da buon guascone napoletano) come è accaduto l'anno scorso..”.


Ti aspetti una chiamata a dicembre?


“Sono uno che non porta sponsor, i soldi li ho sempre chiesti per vivere, per questo penso di trovarmi un lavoro vero”.


Scherzi, vero?


“Il calcio è la mia vita, ma di questi tempi bisogna valutare tutto. Vedremo”.
 

Maurizio Sabelli.


“La mia ascia di guerra è stata sotterrata da tempo..”.




 

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