Ieri sera, davanti ad una platea affollata di impresari agricoli e cacciatori , si è svolto il convegno sui danni da animali selvatici in Molise. Il convegno organizzato dal Comune di Agnone e la Coldiretti Molise, ha visto la partecipazione del Prefetto di Isernia, Fernando Guida, Il direttore regionale Coldiretti Saverio Viola ed Eugenio Torchio, delegato confederale Coldiretti Molise, l'assessore al comune di Agnone Scampamorte, il vice sindaco di Agnone Linda Marcovecchio, e una folta delegazione di sindaci: Il sindaco di Poggio Sannita, Bagnoli del Trigno, Conca Casale, Capracotta, Macchia di Isernia,Vatogirarardi, Daniele Saia, Assessore Provincia di Isernia,nonchè il consigliere regionale Cristiano Di Pietro con delega alla caccia.
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Il malumore in sala era palpabile, gli imprenditori agricoli sostanzialmente esasperati, a loro dire, da una situazione che dura oramai nel tempo, di distruzione dei raccolti agricoli, in particolar modo da parte degli ungulati e del conseguente danno alle loro piccole imprese.
.I sindaci hanno rappresentato le situazioni dei loro territori e con l'emergenza cinghiali e lupi, hanno , anche con durezza, posto questioni relative al dissesto della rete viaria, idrogeologico, tematiche di spopolamento e rilancio del territorio,carenza idrica. Le risposte ai numerosi quesiti in parte sono state date dal consigliere Di Pietro che specificava che l'unico rimedio per contenere la specie e il fenomeno,non unicamente molisano, è la caccia.
Le risposte ai numerosi quesiti in parte sono state date dal consigliere Di Pietro che specificava che l'unico rimedio per contenere la specie e il fenomeno,non unicamente molisano, è la caccia.
Ma la normativa che regola la caccia è oramai datata di ben 25 anni, pertanto non più rispondente alle esigenze odierne. Rimarcava il fatto che si stanno facendo tutti i tentativi e sforzi costruttivi volti alla modifica della legge esistente. La platea non sembrava soddisfatta delle risposte, rivendicava il risarcimento dei danni subiti, evenienza improbabile per mancanza di fondi,o fondi giacenti e non utilizzati,e si intuiva il desiderio di addivenire a soluzioni immediate e definitive.
Di Pietro ha sottolineato con forza che si vive in uno stato democratico, dove vanno rispettate le leggi e le modifiche avvengono per gradi e nelle sedi deputate a tali funzioni.e a conclusione affermava:
" Soluzioni immediate, va bene..., non pensate che io non abbia avuto l'idea di soluzioni immediate, ma per farle dovremmo essere una repubblica a parte,ma siamo in Italia e come istituzione devo ripettare la legge. La legge157/92, non l'ho fatta io la legge sulla caccia, e la burocrazia in Italia purtroppo pone ostacoli, io come istituzione devo rispettare le leggi, la legge dice 3 mesi all'anno, quello puoi fare, noi stiamo andando oltre,stiamo cercando di ampliare i tempi di caccia, abbiamo presentato emendamenti, non ho la bacchetta magica, ci vuole un cronoprogramma"
Rispetto alle denunce provenienti dalla platea su atti predatori ad opera dei lupi sul bestiame, Di Pietro ha ricordato che per la Direttiva europea Habitat 92/43 CEE il lupo è “una specie prioritaria” e quindi ne proibisce “cattura,uccisione, disturbo, detenzione, trasporto e commercializzazione” e violare tale norma espone a condanne penali gravi, da due a otto anni di carcere