Nella fotografia copertina di Luciana Sabelli, l'altare della chiesa di San Pietro ad Agnone
Già nella prima serata del Giovedì Santo, dopo la Messa in Coena Domini, è tempo della tradizionale visita ai Sepolcri, ossia degli altari della reposizione, allestiti, nelle chiese, per conservare, con la dovuta solennità , la Santissima Eucaristia che sarà consumata dai fedeli il Venerdì Santo, giorno in cui la Chiesa, per antichissima tradizione, non celebra la Messa. Ma quali sono le origini della visita ai Sepolcri? Secondo alcuni si tratterebbe di una pratica d’allestimento affermatasi in Europa già a partire dall’Età carolingia mentre un’antica usanza non certificata dalla dottrina vorrebbe che venissero visitate dalle 5 (quante sono le piaghe di Cristo) alle sette Chiese (quanti sono i dolori della Madonna).
Tra gli addobbi tipici: fiori bianchi, vino fatto bollire con incenso e semi di grano germogliati al buio che simboleggiano il passaggio dalle tenebre della morte di Gesù alla sua Resurrezione. Talvolta vengono realizzati biscotti a forma di oggetti della Passione fra cui croce, scala, chiodi e martello, portati in Chiesa per essere benedetti e ornare gli altari della reposizione. Tutto il resto è oscurato in segno di dolore. Le campane tacciono, l’altare più grande è disadorno, il tabernacolo vuoto con la porticina aperta, i crocifissi sono coperti.