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La pioggia non ferma il rito dei serpari di Cocullo: nel borgo anche troupe coreane e tedesche

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La pioggia non ha fermato le migliaia di visitatori che nella mattinata di oggi hanno affollato il borgo di Cocullo (L'Aquila), per la tradizionale festa di San Domenico e il rito dei serpari. 

Una tradizione unica legata la culto di San Domenico che ogni anno, il 1° maggio, si rinnova tra sacro e profano ed è candidata anche a diventare bene immateriale Unesco. In piazza si radunano i serpari che, dopo essere andati a caccia di rettili in montagna, li custodiscono gelosamente per poi reimmetterli nel loro habitat naturale, dopo aver "vestito" la statua di San Domenico con i serpenti. La statua viene poi portata in processione lungo le vie del paese. Secondo la tradizione, se i rettili dovessero strisciare fino a coprire il viso del santo, questo costituirebbe un segnale di caattivo auspicio.

Quest'anno la funzione religiosa prima della processione è stata officiata dal vescovo di Sulmona-Valva, monsignor Michele Fusco, che ha anche annunciato l'avvio, dopo 14 anni, dei lavori di restauro del santuario di San Domenico, danneggiato dal terremoto del 2009.

"Vigilate - ha detto il vescovo al sindaco Sandro Chiocchio - affinché gli interventi vadano avanti con regolarità e rispettando i tempi previsti".

A Cocullo era presente anche il presidente della giunta regionale, Marco Marsilio: "Una festa nota in tutto il mondo - ha detto - che è una vetrina per l'intero Abruzzo. Teniamo vive le tradizioni perché sono la testimonianza della nostra cultura e della devozione religiosa.

Nel borgo dell'Aquilano, oltre a migliaia di persone da tutta Italia, c'erano anche troupe tedesche e coreane per filmare il rito dei serpari.

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