Quando di parla di 'Spallata' quasi tutti i cittadini abruzzesi sanno a cosa ci si riferisce; è una danza diffusa sul territorio corrispondente all'antico Sannio di cui oggi fanno parte il basso Abruzzo, buona parte del Molise - ad esclusione del tratto frentano - e la Campania settentrionale. Originariamente viene identificata come una pratica strettamente connessa al matromonio, una sorta di rito propiziatorio, ma non può essere negato il fatto che, nel corso degli anni, non siano mancati adattamenti ad altri contesti. Sommariamente il ballo segue poche regole ma ben precise: tutto si basa sui colpi dati con i fianchi, con le spalle e, in qualche caso, con il piede a terra. Coninvolge, infine, dai quattro ai dodici ballerini.
Queste sembrano essere le caratteristiche basilari della spallata ma, forse anche per una voglia di ricostruire il ricordo passato, in ogni paese in cui si pratica ha subìto delle modifiche creando così nuove varianti. Da diversi studi è anche emerso che probabilmente i passi che costuiscono la danza non fanno altro che rievocare i periodi legati al tratturo con i continui andirivieni e con l'intreccio tra i componenti che, insieme, ai greggi condividevano il destino lungo il percorso. In breve, dunque, la spallata è sia rito propiziatorio matrimoniale che una tradizione carica di significato quotidiano.
Per poter rendere noti lughi e tradizioni legati a questa antica pratica è nato un progetto dal titolo 'Un colpo qua, un colpo là – La Spallata nel Sannio' o, più semplicemente, 'Spallata Tour' organizzato e promosso dall'associazione 'Alberi Sonori' e Dantina Grosso. L'idea è principalmente quella di portare a conoscenza ogni paese delle varianti tradizionalmente appartenute 'ai vicini', promuovendo al contempo il territorio e la cultura rurale che esiste, in modo ancora marcato, in queste zone.
Visti inoltre i positivi risultati ottenuti con la prima manifestazione svoltasi nel maggio 2014 l'associazione punta a riproporre l'evento cercando di allargare quanto più possibile il proprio raggio d'azione. La motivazione principale deriva di certo dall'interesse dimostrato dalle diverse pro-loco coinvolte e dall'entusiasmo dimostrato da tutti i partecipanti. Pertanto l'associazione non nega di continuare a organizzare simili eventi, aggiungendo anche materiale audio o video da distribuire agli appassionati. In questo modo di punta anche a contestualizzare il paesaggio e il territorio valorizzando così il turismo. In netta connessione con queste eventualità rientra anche la possibilità di coinvolgere anche altri fronti del turismo come quello legato al ciclismo o al trekking.
In conclusione tutto è volto a riproporre una situazione in cui natura e uomo vivono uniti da un legame indissolubile e difficilmente rintracciabile altrove. Per questo motivo infatti continua anche l'attività di ricerca che coinvolge gli organizzatori, i quali cercano nuove 'piazze' anche a Mafalda e Palmoli.