Oggi, 23 aprile, si ripete come ogni anno la tradizionale festa patronale del comune di Chiauci. Questo piccolo paese, facente già parte dell’associazione BAI (Borghi Autentici d’Italia) – la cui ultima assemblea si è svolta a Capracotta poche settimane fa (leggi) – conta 273 anime è già in fermento per la celebrazione odierna.
In genere la festività di San Giorgio Martire viene ricordata con una Messa e una processione che si snoda per le vie del paese. Storicamente la devozione del Santo è attestata, nel territorio chiaucese, a partire dal 1700 quando era già presente la cappella laica di jus patronatus intitolata proprio a San Giorgio Martire.
Inoltre nell’antichità il comune altomolisano era sede, in occasione di questa celebrazione, di un’importante fiera agricola che attirava persone da i numerosi paesi limitrofi.
LA STORIA DEL SANTO – Brevemente si può dire, a proposito della figura di San Giorgio, che era di origine cappadociana figlio di un persiano e di una donna della Cappadocia, fu da subito educato alla fede cristiana e una volta arrivato in Palestina subito si arruolò nell’esercito romano sotto la guida dell’imperatore Diocleziano. Il suo martirio viene attestato nello stesso periodo storico quando si dichiarò apertamente cristiano e si rifiutò di sacrificare agli dei i suoi averi. Secondo la leggenda il martire fu prima torturato e sono una volta in carcere ebbe una visione divina in cui Dio gli predisse sette anni di tormenti con tre morti e altrettante resurrezioni. Solo nel medioevo la sua figura che si batte con il drago diviene simbolo della lotta tra il bene ed il male. Infine la leggenda di Giorgio, soldato vincitore, rapidamente sparse il suo culto facendolo diventare uno dei più venerati nel mondo cristiano. Oggi è il patrono degli scout e delle guide.
Collage di foto dal sito internet del Comune di Chiauci.