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Lettera aperta al Prefetto Enrico Marinelli, di Paolo Porrone

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Caro Don Enrico è’ con grande commozione, che mi accingo a scrivere queste poche righe per omaggiare, senza ombre di dubbio, il più grande personaggio della storia di Agnone.

Già ti vedo alle soglie del paradiso, allorché le campane da te tanto amate, al pari del tuo paese, chiamano a raccolta i fedeli di tutto il mondo per le tue   onoranze, nella chiesa di S. Amico, mentre stai lì a discutere le modalità del tuo passaggio, non senza cercare di voler capire il perché di tutto questo.

Anche noi siamo ancora increduli e lo siamo dal 16 ago u.s. quando uno strale ha colpito la tua  essenza!

Ricordo ancora ciò che mi dicesti qualche mese orsono, “Ci vediamo ad Agosto, perché devo spiegarti il mio progetto di rilancio per Agnone”.

Già, fa riflettere che un uomo di 87 anni,  che ha avuto grande successo nella vita, serbi dentro di sé il grande sogno della rinascita del proprio paese.

Ci hai provato tante volte a rilanciarlo e nelle more di questo nobile programma, continuavi a fornire posti di lavoro alla tua gente.

So che la riconoscenza non è di questo mondo e non lo è stata nemmeno per te!!!

Era fantastico ogni volta che ti incontravo sentirti parlare e raccontare non solo l’Agnone di un tempo che non ci sarà più , ma la voglia di reagire di fare progetti a lungo termine, incurante del tempo che passa.

Era un piacere sentirti narrare cose meravigliose nella grinta e nella vulcanicità del tuo esplosivo temperamento, volto sempre alla serietà, professionalità ed onestà, che sono stati i baluardi del tuo cammino.

Negli ultimi anni della tua vita ci sentivamo spesso ed eri sempre interessato ai nostri progetti teatrali e di spettacolo che ti affascinavano tantissimo.

Ho ancora davanti a me l’immagine , mentre alla fine del Musical, in versione live, da noi messo in scena due anni fa , allorché hai preso la parola allestendo all’istante un ulteriore show, parlando anche del Papa e di tutti i gioielli meravigliosi che ci hai regalato.

A proposito di gioielli, il diadema più splendente resterà la venuta di Papa Woytila ad Agnone, un evento che rimarrà incastonato nelle  montagne della nostra Atene del Sannio.

Mentre con un pizzico di orgoglio e malinconia perché quel giorno è passato, ti dico che c’ero anch’io in unio di quei Gruppi folkloristici, che animarono, grazie al tuo intervento, P.zza San Pietro in occasione del Giubileo del 2000.

Un uomo come te, un gigante della tua portata ha sempre regito sdegnosamente all’idea di essere accantonato.

I leaders come te non vanno in pensione , non stanno ai margini, non si accontentano delle briciole, essi pensano in grande, così come è stata tutta la tua vita, una galoppata trionfale senza sosta, non priva di pericoli, come quando eri commissario di Polizia, sino ad arrivare ai vertici del tuo sentiero apicale, con la nomina a Prefetto del Vaticano. Ancora siamo in grado di gonfiare il petto , orgogliosi di te, ma non solo per la tua ragguardevole carriera, raggiunta con pieno merito, bensì per la tua grande carica umanitaria, per la tua generosità cristiana, che ti ha caratterizzato oltre misura.

Il tuo sapere aveva visto il suo culmine in una brillante laurea in Scienze politiche, preceduta dallo scintillio di uno studente liceale modello, quale tu incarbavi,  sulla base dei racconti dei tuoi compagni di scuola come mio zio, il dr. Iacobone, che per te aveva una venerazione, al pari di quella di molti Agnonesi.

In questi mesi, come nella tua natura hai lottato come un leone cercando con le unghie e con i denti di scacciare il male che ti aveva toccato.

Ho usato volutamente questa espressione perché la malattia ti aveva toccato, ma senza annientarti, mentre tu continuavi a difenderti a reagire mettendo in atto una resistenza eroica, che ti ha reso ancora più grande.

Hai ceduto solo alla naturale fatiscenza della nostra umile esistenza, senza mai tirarti indietro quando si trattava combattere.

A Pasqua, mi dicesti “Paolo non mi sento bene scusami se non verò alla vostra Rappresentazione sulla Passione”.

Grazie Dr. Enrico a nome dei Fabio Verdone e di tutta la “Compagnia dei Giovani Agnonesi”, pert tutto ciò che hai fatto per noi, non ultimo il regalo di poter mettere in scena in una chiesa la nostra pièce pasquale.

Tu ci sarai sempre nei nostri cuori, grazie per averci fatto vivere le emozioni della tua amicizia, per averci donato stille di saggezza e di cultura , promananti dalla tua faraonica conoscenza e dal tuo sconfinato carisma.

Tu sei ancora vivo, nella spiritualità, nel cuore e nell’energia vitale di coloro che ti hanno amato.

Un caloroso abbraccio va  a Fabio,   alle tue figlie ed alla tua cara moglie, a tutti i tuoi nipoti, in questo delicato momento.

Adesso con qualche lacrima e rimpianto ti saluto, con una certezza che Padre Pio ti accompagnerà sul meritato trono dei giusti, con la consapevolezza che non nascerà più uno come Enrico Marinelli!

Con infinita stima e  gratitudine, un abbraccio,

Paolo Porrone

 

Agnone li 18 novembre 2019

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