Oggi giornata importantissima per la comunità di Rosello, per la Diocesi di Trivento, per i paesi dell'Alto Sangro e per la Regione Abruzzo, con la cerimonia del dono dell'Albero di Natale "abruzzese" al Santo Padre, insieme al presepe di Sutrio, collocato in Piazza San Pietro, e al presepe del Guatemala, collocato nella Basilica di San Pietro. Circa 1.500 i partecipanti delle comunità dell’Alto Sangro e della Diocesi di Trivento, di cui 300 invitati tra Autorità Regionali e Provinciali, Sindaci (circa 14), Prefetto di Chieti e Autorità militari. In tutto 12 pullman, più diversi pulmini. Pullman sono stati allestiti da Rosello, Roio del Sangro, Giuliopoli, Monteferrante, Montelapiano, Villa Santa Maria, Quadri, Pizzoferrato, Borrello. Sono convenuti anche gran parte dei Rosellani e Giuliopolesi presenti a Roma, in Italia e qualcuno anche dall'Estero. Il primo appuntamento è qui, all'aula Nervi, per l'udienza con il Santo Padre.
È un’emozione indescrivibile prendere parte da parte del popolo della montagna, e soprattutto di questa piccola Chiesa Locale di Trivento, guidata dal suo Vescovo, Mons. Claudio Palumbo, per la seconda volta a questo evento, dopo la medesima cerimonia con la comunità di Pescopennataro, nel 2009, con il Vescovo Mons. Domenico Angelo Scotti.
C’è un clima di entusiasmo, di gioia, di festa: la cosa che sorprende è la collaborazione, l’unità manifestata da tutto il popolo dell’Alto Sangro, la sensibilità che ha spinto con commozione quasi tutti a voler essere assolutamente presenti a questo incontro lasciando da parte ogni altra occupazione, la solidarietà dimostrata da tutte le comunità ad organizzare insieme ed al meglio questa presenza in Vaticano, ma anche il sentire forte il senso di appartenenza a questo territorio, a questa gente, a questa Chiesa, nel ricordo vivo della tradizione vissuta religiosa che cementa tutti come un unico popolo attorno alla Madonna delle Grazie venerata nel Santuario Diocesano di Rosello.
E’ bellissimo vedere la partecipazione, assieme ai fedeli, dei sindaci di Agnone, Rosello, Borrello, Montelapiano, Villa Santa Maria, Monteferrante, Quadri, Pizzoferrato, Casacanditella, Tornareccio e altri: Alessio Monaco, sindaco di Rosello, ha voluto con tenacia coinvolgere tutti i colleghi del suo territorio, in uno spirito di un ità, fraternità e solidarietà, facendo diventare l’evento non di un paese, ma di un intero territorio, di un popolo della montagna tenace, che non si arrende difronte alle difficoltà quotidiane a volte insormontabili, che soffre solitudine, abbandono e spopolamento, ma che sa ritrovare l’orgoglio delle proprie radici, sa unirsi, sa lottare, non si arrende: è uno spettacolo vedere che questi luoghi spopolati ancora dimostrano un senso di identità e di appartenenza con ha eguali, capaci di radunare tutti coloro che si sentono di questa zona in diaspora in Italia e nel Mondo, con una partecipazione carica di entusiasmo, gioia, trepidazione, e anche registrare la delusione, il pianto, il rammarico di coloro che per motivi vari volevano essere presenti e non hanno potuto.
E’ uno spettacolo vedere l’Aula Nervi piena di questi occhi, di questi volti, che applaude entusiasta spessissimo, sentire l’emozione della gente per l’evento, per il santo Padre. Ma soprattutto è stato meraviglioso assistere alla celebrazione di una Santa Messa sentita, partecipata, concelebrata dal Vescovo di Trivento, S.E.R. Mons. Claudio Palumbo, all’altare della Cattedra di San Pietro, con i sacerdoti della Diocesi, il parroco di Rosello, Don Giampiero La Penna e il Parroco don Francesco Sciullo di Quadri alla presenza di banchi interamente riempiti, cosa rarissima di questi tempi, da fedeli attenti e partecipi, ed animata dal coro parrocchiale di Quadri con i canti della nostra tradizione religiosa, cosa che ha colpito tutti, visitatori e monsignori inclusi. Questo popolo, questa Chiesa Locale, esiste, è viva, e sente forte le sue radici, anche se, esternamente ad occhio profano, che non sa leggere con lo sguardo del cuore, è impossibile esista.
Ma la cosa più bella è stata la partecipazione dei 40 e più disabili psichici della struttura del Quadrifoglio di Rosello, degli anziani della Casa di Riposo Sant’Antonio di Borrello, dei bambini dell’Istituto Comprensivo Scolastico “Benedetto Croce” di Villa Santa Maria e di Quadri nel realizzare gli addobbi per il maestoso albero di Natale di Piazza San Pietro: uno spettacolo vederli, assieme alla splendida illuminazione realizzata dal Governatorato della Città del Vaticano. E’ il segno che a questo evento hanno partecipato e sono presenti tutti, anche coloro che non potevano essere fisicamente lì: sono stati anche loro portati con tutta la comunità.
Ed insieme al popolo tutto, è stata portata in Vaticano l’intera storia, l’intera tradizione dell’intero territorio, con i doni offerti a Papa Francesco, e a lui consegnati: una campana piccola commemorativa dell’evento della Fonderia Marinelli di Agnone, l'effige di Maria SS. delle Grazie di Rosello, a cui ogni abitante è affezionato dalla nascita alla morte, un effige di San Francesco Caracciolo, che unisce il territorio da Montelapiano, Villa Santa Maria ad Agnone, un cesto dono delle tipicità abruzzesi del territorio, tartufo, olio, prodotti di bosco, un cucciolo di cane pastore abruzzese, un dono speciale da parte della struttura riabilitava dei disabili psichici del Quadrifoglio. E come non rimanere commossi per l’esibizione di Astro del Cielo da parte del complesso bandistico di Tornareccio, della Corale della Parrocchia di Quadri con “Vola, vola”, nel sentire gli zampognari di Scapoli.
Per dirla con Don Giampiero La Penna, nel suo commento a questa giornata:” Oggi è stata scritta per Rosello, per la Diocesi di Trivento, per tutto il nostro territorio, una pagina di storia che mai potrà essere cancellata, che può darci solo un’iniezione di fiducia e di speranza, e con orgoglio ci fa sentire popolo, comunità, che esiste, che è viva, che ha dei valori che non dobbiamo dimenticare, e che ci dà speranza nel cammino della vita”.
SALUTO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
AI DONATORI DEL PRESEPE E DELL’ALBERO DI NATALE
Aula Paolo VI
Sabato, 3 dicembre 2022
Fratelli e sorelle, buongiorno e benvenuti!
Vi accolgo nel giorno in cui vengono presentati il presepe e l’albero di Natale, collocati in Piazza San Pietro, come pure il presepe allestito in quest’Aula. Vi saluto tutti con affetto, a iniziare dal Vescovo di Trivento e dal Parroco di Sutrio – in rappresentanza dell’Arcivescovo di Udine –ringraziandoli per le loro gentili parole. Saluto le Autorità civili, in particolare il Ministro degli Affari Esteri del Guatemala, il Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, l’Assessore della Regione Abruzzo e i Sindaci di Sutrio e di Rosello. Vi ringrazio per il dono di questi simboli natalizi, su cui si poserà lo sguardo di numerosi pellegrini provenienti da ogni parte del mondo.
Vorrei rivolgere un pensiero speciale agli artigiani del legno, che hanno scolpito le statue del presepe; ai ragazzi della struttura “Quadrifoglio” di Rosello, che hanno realizzato parte degli addobbi dell’albero; a quanti hanno coltivato nel vivaio di Palena l’abete e gli alberi più piccoli destinati ad altri ambienti vaticani. La mia riconoscenza va pure ai tecnici e al personale del Governatorato, qui convenuti con il Cardinale Fernando Vergez e con Suor Raffaella Petrini.
L’albero e il presepe sono due segni che continuano ad affascinare piccoli e grandi. L’albero, con le sue luci, ricorda Gesù che viene a rischiarare le nostre tenebre, la nostra esistenza spesso rinchiusa nell’ombra del peccato, della paura, del dolore. E ci suggerisce un’ulteriore riflessione: come gli alberi, così anche gli uomini hanno bisogno di radici. Poiché solo chi è radicato in un buon terreno, rimane saldo, cresce, “matura”, resiste ai venti che lo scuotono e diventa un punto di riferimento per chi lo guarda. Ma, cari, senza radici nulla di ciò avviene: senza basi salde si rimane traballanti. È importante custodire le radici, nella vita come nella fede. A questo proposito l’Apostolo Paolo ricorda il fondamento nel quale radicare la vita per restare saldi: dice di rimanere «radicati in Gesù Cristo» (Col 2,7). Ecco che cosa ci ricorda l’albero di Natale: essere radicati in Gesù Cristo.
E veniamo così al presepe, che ci parla della nascita del Figlio di Dio fattosi uomo per essere vicino a ciascuno di noi. Nella sua genuina povertà, il presepe ci aiuta a ritrovare la vera ricchezza del Natale, e a purificarci da tanti aspetti che inquinano il paesaggio natalizio. Semplice e familiare, il presepe richiama un Natale diverso da quello consumistico e commerciale: è un’altra cosa; ricorda quanto ci fa bene custodire dei momenti di silenzio e di preghiera nelle nostre giornate, spesso travolte dalla frenesia. Il silenzio favorisce la contemplazione del Bambino Gesù, aiuta a diventare intimi con Dio, con la semplicità fragile di un piccolo neonato, con la mitezza del suo essere adagiato, con il tenero affetto delle fasce che lo avvolgono.
Radici e contemplazione: l’albero ci insegna le radici, il presepio ci invita alla contemplazione. Non dimenticare questi due atteggiamenti umani e cristiani. E se vogliamo festeggiare davvero il Natale riscopriamo attraverso il presepe la sorpresa e lo stupore della piccolezza, la piccolezza di Dio, che si fa piccolo, che non nasce nei fasti dell’apparenza, ma nella povertà di una stalla. E per incontrarlo bisogna raggiungerlo lì, dove Egli sta; occorre abbassarsi, occorre farsi piccoli, lasciare ogni vanità, per arrivare dove Lui è. E la preghiera è la via migliore per dire grazie di fronte a questo dono d’amore gratuito, dire grazie a Gesù che desidera entrare nelle nostre case e nei nostri cuori. Sì, Dio ci ama così tanto da condividere la nostra umanità e la nostra vita. Non ci lascia mai soli, è al nostro fianco in ogni circostanza, nella gioia come nel dolore. Anche nei momenti più brutti, Lui è lì, perché Lui è l’Emmanuele, il Dio con noi, la luce che illumina le oscurità e la presenza tenera che ci accompagna nel cammino.
Cari fratelli e sorelle, vi rinnovo la gratitudine per i doni natalizi dell’albero e del presepe, e auguro a ciascuno di voi, ai vostri familiari e alle vostre comunità un santo Natale, affidandovi alla materna protezione di Maria, Madre di Dio e nostra. E vi chiedo, per favore, di pregare per me Grazie.
Don Francesco Martino
Vicario Foraneo