Scarano consigliere di minoranza "Il Comune di Agnone receda dalla Fondazione “Per l’Atene del Sannio”

Il consigliere del gruppo “Agnone Identità e Futuro” Vincenzo Scarano spiega in un’istanza presentata al Comune di Agnone, perché il patrimonio culturale della città va gestito con modalità diverse.

Redazione
31/10/2016
Attualità
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L’adesione alla Fondazione “Per l’Atene del Sannio”, che vuole occuparsi del patrimonio culturale, artistico, mobiliare ed immobiliare della città, è illegittima. Ne è convinto il consigliere del gruppo “Agnone Identità e Futuro” Vincenzo Scarano che venerdì, dopo aver discusso dell’argomento nel Consiglio Comunale del 26 ottobre, ha consegnato al Comune di Agnone un’istanza politica. Vincenzo Scarano ha chiesto durante l’assise civica che il Comune di Agnone receda dalla Fondazione “Per l’Atene del Sannio” e che costituisca, gestisca ed amministri esso stesso una fondazione aprendo a partners privati. Tale soluzione non è stata accolta dalla maggioranza comunale del sindaco Lorenzo Marcovecchio né dal gruppo di minoranza “Nuovo Sogno Agnonese”. Il Consiglio ha dunque eletto i due membri dell’amministrazione previsti dallo statuto della Fondazione, indicando Linda Marcovecchio e Daniele Saia. Dopo la proposta di Scarano, il Comune ha deciso di chiedere una modifica dello statuto, affinché l’ente subentri nel Consiglio di Amministrazione della Fondazione come “fondatore” e non più come “partecipante istituzionale”. Questa è stata l’unica modifica, giudicata insufficiente dal consigliere Scarano. «Nel ribadire che non c’è né da parte mia né da parte del gruppo politico che rappresento alcuna contestazione in merito alla volontà di privati cittadini di costituire una fondazione al fine di tutelare il patrimonio artistico, culturale, storico e socioeconomico della città – dice Vincenzo Scarano - la soluzione adottata non ha in alcun modo risolto i dubbi e le perplessità sulla legittimità della procedura intrapresa dal Comune per aderire alla Fondazione “Per l’Atene del Sannio”, né ha giustificato la necessità e la convenienza, anche economica, da parte del Comune medesimo di aderire alla predetta Fondazione». Vincenzo Scarano nella sua istanza depositata all’ente evidenzia che la concessione in comodato d’uso gratuito dei beni mobili ed immobili deve essere ad evidenza pubblica, tramite bando e dopo il coinvolgimento della cittadinanza. Il Comune ha invece concesso direttamente alla Fondazione il comodato d’uso di un piano di Palazzo Bonanni. Inoltre, il consigliere di minoranza sottolinea che la presenza di soli due componenti dell’amministrazione comunale all’interno del Cda della Fondazione “Per l’Atene del Sannio” è marginale. Secondo lo statuto, il Consiglio di Amministrazione può essere, infatti, composto fino da 15 membri, di cui 8 scelti dai fondatori promotori. Secondo alcune clausole dello statuto, inoltre, solo i fondatori promotori non possono essere in alcun caso esclusi dalla Fondazione, mentre il Comune deve concederle contribuiti economici e può essere escluso qualora non lo faccia. Vincenzo Scarano sostiene che il Comune deve avere una presenza superiore alla metà dei membri del consiglio nel Cda. Inoltre, nella sua istanza rileva che, se il Comune deciderà di non creare una nuova Fondazione come ente pubblico promotore aprendo a partners privati, chiede all’amministrazione comunale di valutare e di pronunciarsi sulle proposte fatte dall’associazione “Tradizioni e Sviluppo” di Agnone, che non solo è disposta ad aderire alla prima soluzione come semplice partner del Comune, ma è anche disposta a gestire il patrimonio mobiliare, immobiliare, artistico e culturale del Comune alle stesse condizioni, offrendo peraltro un contributo di 8mila euro, superiore ai 7mila che corrispondono al patrimonio iniziale della Fondazione “Per l’Atene del Sannio”.

 

Vincenzo Scarano

Consigliere comunale di Agnone

“Agnone Identità Futuro”

 

 

 Documento politico con istanza depositata il 28.10.2016 al Comune.

 

“Agnone Identità e Futuro”

 

Sull’adesione del Comune di Agnone alla Fondazione “Per l’Atene del Sannio”

 

Tra i punti all’ordine del giorno del Consiglio Comunale di Agnone del 24 ottobre anche la nomina dei membri in seno al Consiglio di Amministrazione della Fondazione “Per l’Atene del Sannio”, che ha intenzione di occuparsi del patrimonio mobiliare, immobiliare, culturale e artistico della città.

Nella qualità di Consigliere comunale del gruppo “Agnone Identità e Futuro”, ho chiesto che il Comune di Agnone receda dalla Fondazione “Per l’Atene del Sannio e che costituisca, gestisca ed amministri esso stesso una fondazione aprendo a partners privati.

L’attuale maggioranza e l’altra minoranza de “Il Nuovo Sogno Agnonese”, invece, hanno confermato la volontà di aderire alla suddetta fondazione, hanno nominato la Dott.ssa Linda Marcovecchio e il Dott. Daniele Saia nel Consiglio di Amministrazione della medesima Fondazione, hanno revocato la delibera n. 12 del 23.04.2016, affermando che hanno chiesto alla ripetuta Fondazione di modificare lo Statuto affinché preveda che il Comune di Agnone subentri nel Consiglio di Amministrazione come “fondatore” e non più come “Partecipante Istituzionale”.

Nel ribadire che non c’è né da parte mia né da parte del gruppo politico che rappresento alcuna contestazione in merito alla volontà di privati cittadini di costituire una fondazione al fine di tutelare il patrimonio artistico, culturale, storico e socioeconomico della città di Agnone, rilevo che la soluzione adottata dalle due forze politiche antagoniste non ha in alcun modo risolto i dubbi e le perplessità sulla legittimità della procedura intrapresa dal Comune per aderire alla Fondazione “Per l’Atene del Sannio” né ha giustificato la necessità e la convenienza, anche economica, da parte del Comune medesimo di aderire alla predetta Fondazione.

La procedura con cui il Comune di Agnone entra a far parte della Fondazione “Per l’Atene del Sannio”, a cui concede in comodato d’uso gratuito il patrimonio mobiliare e immobiliare, artistico e culturale di Agnone, sarebbe dovuta essere di evidenza pubblica, avrebbe dovuto prevedere un bando, una gara, previa opportuna pubblicità, confronto e valutazione con l’intera comunità agnonese, per garantire a tutta la cittadinanza la possibilità di partecipare alla gestione del patrimonio comunale.

Specie se l’Amministrazione ha nominato due soli componenti in seno al Consiglio di Amministrazione della sopracitata Fondazione, di cui ha accettato lo statuto che prevede, ai sensi dell’art. 16, la composizione del Consiglio di Amministrazione fino a 15 membri, di cui fino a otto membri scelti e nominati tra i Fondatori Promotori (cioè le persone fisiche che hanno sottoscritto l’atto costitutivo” del 22.08.2015), fino a tre membri nominati tra i Fondatori dagli stessi Fondatori Promotori, solo fino a 4 membri scelti 2 tra i Partecipanti Istituzionali e 2 tra i Sostenitori.

Lo statuto della Fondazione “Per l’Atene del Sannio” stabilisce, inoltre, che quasi tutte le cariche previste sono ricoperte solo dai quattordici Fondatori Promotori - cioè, come detto, “le persone fisiche che hanno sottoscritto l’atto costitutivo” del 22.08.2015-.

E sancisce anche, ai sensi dell’art. 14, che il Comune, laddove non dovesse effettuare le contribuzioni e i conferimenti previsti dallo statuto, può essere escluso dalla Fondazione.

Dispone, altresì, ancora ai sensi dell’art. 14, che, nel caso di trasformazione della Fondazione in altro soggetto giuridico, il Comune può esserne escluso, ma che tutte le iniziative e le attività in corso restano in capo al nuovo soggetto giuridico.

Ai sensi dell’art.14, poi, il Comune può sì recedere dalla Fondazione, “fermo restando”, tuttavia, il dovere di adempimento delle obbligazioni assunte o promesse, formalizzate sin dalla Delibera della Giunta Comunale n. 88 del 15.05.2015, e, precisamente: 1) la concessione in comodato gratuito dei propri beni mobili e immobili; 2) l’affidamento dell’esercizio e della gestione del patrimonio culturale; 3) l’affidamento della gestione del costituendo polo museale; 4) la concessione in comodato d’uso gratuito di un piano del Palazzo Bonanni; 5) la concessione di un contributo al costituendo Fondo di Dotazione della Fondazione da quantificarsi in ragione delle disponibilità finanziarie dell’ente (delegando tale concessione alla Giunta Comunale, ad avvenuta approvazione del bilancio pluriennale di previsione 2016/2018); 6) l’impegno ed il versamento del contributo al Fondo di Gestione della Fondazione della somma annuale di Euro 100,00.

Infine, sempre ai sensi dell’art.14 dello Statuto, solo i Fondatori Promotori, a prescindere dal tipo e dalla gravità dell’ inadempimento, non possono in alcun caso essere esclusi dalla Fondazione”.

Ne consegue che, nonostante l’Amministrazione nella seduta consiliare del 26 ottobre 2016 abbia chiesto la revoca della delibera n. 12 del 23.04.2016, spiegando di aver chiesto anche la modifica dello Statuto prevedendo che il Comune di Agnone subentri nel Consiglio di Amministrazione come “fondatore” e non come “Partecipante Istituzionale”, vista la rilevanza -non solo economica- del patrimonio comunale mobiliare, immobiliare, artistico e culturale, considerato il fatto che esso dovrà essere affidato in comodato d’uso gratuito e considerato che dovranno essere corrisposti contributi economici sia per il Fondo di Gestione che per il Fondo di Dotazione, il Comune all’interno della Fondazione  “Per l’Atene del Sannio” ha comunque un ruolo assolutamente marginale.

La Fondazione “Per l’Atene del Sannio”, infatti, a fronte di un patrimonio iniziale di Euro 7.000,00 (art. III dell’Atto Costitutivo), riceve in gestione un patrimonio pubblico di beni mobiliari e immobiliari, artistici e culturali di cui non è stato fatto né un inventario né una stima. A puro titolo esemplificativo, il solo comodato d’uso gratuito del secondo piano di Palazzo Bonanni - che l’Amministrazione concede alla Fondazione - potrebbe essere superiore al capitale iniziale stanziato dalla Fondazione stessa.

Eppure il Comune, così come richiesto dagli impegni assunti, deve corrispondere alla Fondazione una quota per il Fondo di Dotazione e, annualmente, una quota contributiva e deve concederle in comodato d’uso gratuito il proprio patrimonio, il cui valore, seppure non ancora stimato, è evidentemente superiore al patrimonio iniziale di Euro 7.000,00 stanziato dal membri Fondatori Promotori della Fondazione.

Quindi, la quota maggioritaria è corrisposta dal Comune di Agnone e ciò implica, ai sensi del Codice degli Appalti (art. 3, comma 26 del D.Lgs. n° 163/2006), che al Comune spettano la direzione, la gestione, la vigilanza e il controllo della Fondazione e dunque al Comune deve essere garantita, all’interno del Consiglio di Amministrazione, una presenza superiore alla metà dei membri del Consiglio stesso. Cosa che, nei fatti, non è garantita.

Alla luce di quanto sopra detto, quindi, non solo la procedura seguita per l’adesione è illegittima, ma la stessa adesione alla Fondazione “Per l’Atene del Sannio” è palesemente illegittima e, comunque, assolutamente non conveniente per ragioni non solo economiche, visto che,  implicitamente, ammetterebbe l’incapacità di amministrare e di gestire il patrimonio mobiliare, immobiliare, culturale e artistico della città.

Infine, rilevo che il Comune di Agnone non potrà prescindere nelle proprie valutazioni dal fatto che l’Associazione “Tradizioni e Sviluppo” (costituitasi ex L. n° 266/1991 il 21.11.2013) ha presentato al Comune stesso proposte per la gestione del patrimonio mobiliare e immobiliare di Agnone indubbiamente più vantaggiose di quelle avanzate dalla Fondazione “Per l’Atene del Sannio”, perché si rende disponibile ad essere partner del Comune, laddove quest’ultimo intenda costituire a propria cura una fondazione conservandone anche l’amministrazione e la gestione.

In alternativa, l’Associazione “Tradizioni e Sviluppo” ha proposto che, laddove l’Amministrazione comunale ritenga opportuno seguire la soluzione di costituire una fondazione di soli privati con concessione in comodato d’uso gratuito dei propri beni mobili ed immobili, è disposta a gestire il patrimonio mobiliare, immobiliare,artistico e culturale del Comune alle stesse condizioni e con le stesse modalità offerte dalla Fondazione “Per l’Atene del Sannio”, offrendo inoltre al Comune un contributo di Euro 8.000,00 per la gestione del suddetto patrimonio (che, peraltro, è persino superiore al patrimonio iniziale versato dai Fondatori Promotori della Fondazione “Per l’Atene del Sannio” ex art. III dell’atto costitutivo del 22.08.2015).

Pertanto, nella mia qualità di Consigliere Comunale, chiedo nuovamente e formalmente che il Comune di Agnone receda dalla Fondazione “Per l’Atene del Sannio” e che costituisca, gestisca ed amministri esso stesso una fondazione aprendo a partners privati, ovvero che, in subordine, valuti e si pronunci sulle proposte formulate dall’Associazione “Tradizioni e Sviluppo” di cui alla Nota  Prot. N. 12111 del 26.10.2016.

Con osservanza.

Vincenzo Scarano

Consigliere di minoranza

della lista “Agnone Identità e Futuro

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