Si spera che la presa di coscienza della Regione Liguria sortisca una sorta di “effetto domino” e che risvegli, anche in altri Enti, la stessa sensibilità nei confronti del mondo del gioco pubblico e nei casino online. Prima, però, bisognerebbe continuare a riflettere su ciò che è stato “sbattuto in faccia” alla città di Genova, relativamente alla legge per il gioco patologico messa in atto nel 2013 in ottemperanza della Legge Regionale. Se la città “vuol fare i regolamenti, prima deve rimborsare a tutti gli esercenti quello che gli va a togliere”: ed è ovvio che queste parole e questa “critica” abbiano fatto eco e che abbiano suscitato veementi reazioni.
I regolamenti non “dovrebbero avere l'obbiettivo di disintegrare il commercio e distruggere interi quartieri” che, a causa delle normative vigenti, sono stati impoveriti e resi insicuri. E poi ancora si guarda alla categoria dei tabaccai, quella più presa di mira dal futuribile riordino del settore: categoria, oltretutto, che deve lottare anche con la malavita che prende costantemente di mira questi esercizi e li sottopone ad un particolare stress emotivo. In più, ci si metta anche la novità che verranno tolte da questi esercizi le apparecchiature di gioco che portano, naturalmente “cassetto” ed anche questo provvedimento finirà per impoverire il comparto.
I posti di lavori sono sacri, a Genova come in qualsiasi altra città del suolo italico, e le leggi non possono essere studiate e create per togliere posti di lavoro. La conseguenza è che la legge sul gioco andrà bloccata, senza se e senza ma: perché quando si parla di “sacrifici” si parla sempre e comunque del mondo del gioco d'azzardo? Sembra assurdo, ma è esattamente così. Insomma si può dire che questa moratoria relativa alla legge ligure sta veramente alzando un polverone.
Tutti contro tutti, persino contro Toti che viene accusato di immobilismo relativo agli scorsi anni dove non “si è degnato” di aprire un solo tavolo con gli operatori del settore per la tutela dell'occupazione e non ha neppure approvato misure di sostegno per quegli esercizi commerciali che, a seguito della Legge Regionale, si sono impoveriti. Quindi, invece che plaudire all'intevento del Presidente della Regione per la moratoria della legge, lo si critica dicendo che avrebbe dovuto muoversi prima non quando è quasi compromesso il settore ludico cittadino (Genova) e dell'intera Regione.
Ed ancora ci si domanda: perché ora si è cambiato idea? Perchè non sono state attivate azioni di sostegno per coloro che hanno pedissequamente seguito i dettami della Legge Regionale con esenzioni Irap, sostegno ai comuni per la riduzione della Tari, bollino di certificazione di qualità per chi non inserisce nei propri esercizi le apparecchiature di intrattenimento? La Regione avrebbe dovuto e potuto fare di più per sostenere i Serd e le onlus che fanno prevenzione, anche per coloro che vogliono giocare al casino online compulsivamente, e curano i soggetti caduti nella conseguenza dell'abuso del gioco.
In questa “famigerata legge regionale” si poteva anche inserire una differenza tra i vari tipi di gioco ed individuare quelli che si possono ritenere più a rischio. E poi ancora, invece di rinviare il tutto tra un anno, perché la Regione non si attiva per sospendere per alcuni mesi i provvedimenti sanzionatori ed attivare finalmente un incontro con gli operatori, i comuni, le associazioni che contrastano il gioco d'azzardo, per arrivare ad un obbiettivo comune nell'interesse di tutti? Troppo difficile o troppo rischioso nei confronti del “potere”?