L’ultimo ruggito del leone

Paolo Porrone
08/05/2017
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Il titolo è senza dubbio emblematico per descrivere la Personalità del Prof. Marcello, Mancini, storico personaggio di Poggio Sannita, che proprio in questi giorni all’età di 93 anni, ci ha lasciati, non senza rimpianto e sgomento.

Quasi un secolo dunque, sulla scena molisana e caccavonese, espressione di quegli anni ruggenti, percorsi a perdifiato senza mai fermarsi.

Prima i pericoli della seconda guerra mondiale, poi l’insegnamento della Educazione fisica, oggi Scienze motorie, hanno fatto di lui un docente ferreo, granitico, un uomo tutto d’un pezzo, che nella sua vita non si è mai arreso al compromesso.

Quelli come lui non si dimenticano facilmente, nel suo fisico sempre snello, curato, come il suo pizzetto nero, che lo caratterizzava nella sua interezza!

E’ stato alle scuole medie un nostro maestro di vita che ci ha insegnato innanzitutto a comportarci bene, a fuggire le distrazioni pericolose, ad essere tolleranti e ad impegnarci per non sentirci mai secondi a nessuno.

Un abile cacciatore che batteva tutte le zone molisane e non con l’arguzia dell’uomo coraggioso, impavido, che amava scoprire i segreti della sua terra.

Ricordo nell’infanzia, quando arrivava l’ultimo dell’anno e, mentre noi buttavamo dal balcone tutti i piatti vecchi e le cose rotte, egli sparava con il suo fucile più in alto possibile, per salutare il nuovo anno che arrivava!

Un lacrima solca il mio viso allorché lo vedo in una foto di tantissimi anni fa insieme a mio Padre, con i calici innalzati, mentre cantano, giovani e motivati, con il sorriso e la voglia divertirsi, in allegre brigate che hanno sempre caratterizzato la verve dei Caccavonesi.

E’ bene segnalare la sua azione politica e la sua ambizione che lo condussero alla poltrona di Consigliere provinciale con l’allora partito Liberale.

In un'altra foto , lo vedo invece, in un atteggiamento tenero, insieme a suo figlio Alfredo, il suo dolore più inteso per averlo perso a soli 48 anni, per un destino beffardo, infame.

Un giorno nella sua caratteristica dimora al centro di Poggio Sannita mi disse: “Paolo non esiste un dolore più grande che quello di perdere il proprio figlio”.

Da bambino solo un muro divideva la mia abitazione dalla sua ed io e suo figlio Alfredo eravamo inseparabili e felici anche con poco!

Oggi lo rivedo, mentre negli ultimi giorni della sua esistenza irrequieto, sofferente , cerca di divincolarsi dal dolore fisico, per non rimanere inerte su un letto di ospedale, con il suo temperamento battagliero, che avrebbe voluto sradicare quelle flebo che lo tenevano in vita!

Duro a volte anche con se stesso, austero, ma sapeva essere anche dolce ed amorevole.

Come l’amore che ha avuto per sua moglie e sua Compagna di una vita, (con cui formavano una coppa d’eccezione) la Maestra Giustina; 65 anni di amore vero hanno caratterizzato il loro cammino, per un legame da tramandare ai posteri.

La sua lunga vita, racchiusa in una sola frase………….Un giorno da leone…..

Da tale sodalizio di spessore sono scaturiti dei frutti inebrianti come Carla, donna di grande spessore culturale e Medico affermato ed il funambolico ed eclettico Alfredo!

-“Vai Don Marcello, corri, come in gioventù, verso la Valle verde, dove tu  possa appagare la tua sete di vita eterna riabbracciando tuo figlio Alfredo e con il sostegno di Padre Pio guadagnare il trono dei Giusti!”

 

 

Agnone li 8 maggio 2017

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