Dopo una lunga querelle condotta sui social, fatta di botte e risposte, anche con dirette video fb, tra l'amministrazione comuale di Agnone e Andrea Greco, rappresentante del M5S, sulla gestione dei campi di calcetto, arriva una nota informativa per i cittadini, da parte dell'amministrazione comunale, che illustra nei dettagli la vicenda. Certo è, che nell'informazione generale ai cittadini, sono contenute anche osservazioni al "vetriolo" ai quesiti posti da Andrea Greco.
Di seguito:
"Ancora una volta ci troviamo costretti a replicare alle deliranti accuse mosse da Andrea Greco, rappresentante del M5S agnonese, in merito alla presunta privatizzazione dei campi da calcetto. Deliranti perché, oltre a non vedere l'attualità della gestione (che comunque è affidata al privato oramai da 30 anni) dimostra di non comprendere nemmeno il contenuto della documentazione di cui è in possesso.
Comunque, per meglio far comprendere alla cittadinanza, replichiamo volentieri.
Come già anticipato, da circa 30 anni i campi da tennis comunali sono stati affidati in gestione all'"Associazione Tennis Agnone, associazione di privati che si occupa della manutenzione ordinaria dei campi oltre a provvedere alla locazione degli stessi quando ciò si rende necessario. È stata questa una scelta che ha fatto da apripista ad altre forme di gestione quali il palasport (affidata alla as pallavolo Agnone) ed allo stadio comunale (affidato alla polisportiva Olympia Agnone ). Strutture, queste, che erano gestite direttamente dal'Ente ma che costavano, in termini di retribuzione, diversi milioni di lire.
Nel marzo 2016, l'allora amministrazione Carosella decise (anche alla luce di interventi di manutenzione straordinaria da effettuarsi soprattutto sul campetto coperto) di partecipare ad apposito bando con il quale si prevedeva un contributo della Regione pari al 60%, a fronte di una restante parte (il 40%) del Comune interessato o di un eventuale privato. Non avendo fondi a disposizione e per non gravare ulteriormente sui cittadini fu deciso (giustamente) di far ricorso al privato e di mettere a gara il progetto.
Al Comune di Agnone, grazie anche a tale scelta, furono riconosciuti 35 punti. Tale punteggio pose il Comune quale ultimo tra gli enti finanziati al pari di quello di Filignano che si vide, però, escluso per altri parametri.
L'attuale amministrazione, in piena coscienza e nel rispetto degli impegni assunti ha dato seguito al bando (oramai chiuso), deliberando di conseguenza. Così ha fatto anche il privato che ha provveduto a versare i 40.000 euro richiesti.
Espletate queste fasi, quindi, si procederà ad individuare la ditta realizzatrice dei lavori e, successivamente, verrà messa a gara la gestione dei campi. Gestione che potrà essere affidata anche a soggetto diverso dal finanziatore privato (previa, ovviamente, restituzione di quanto versato) e che dovrà tener conto delle esigenze della collettività (come continua ad accadere oggi e come, del resto, accade per lo stadio o il palasport ).
Questa la sola verità, questo quanto raccontano le carte (che, oltre a saperle leggere, bisogna anche saperne comprende il testo), questa la procedura legale che si sta adottando e che si adotterà.
Quanto teatralmente ricostruito dal Greco, invece, oltre ad essere illegale, è assolutamente impossibile. Impossibile perché il bando è chiuso e non si può tornare indietro (chiuso da circa un anno!!!), illegale perché il comune di Agnone ha dichiarato di adottare la specifica procedura mista che gli ha consentito un incremento di 10 punti nel punteggio totale (Art. 9 criterio n. 7 del bando).
Un (im)possibile cambio di finanziamento comporterebbe o un illecito penale o una revoca dei 10 punti con conseguente perdita del finanziamento per il Comune di Agnone. Ma non solo. Una gestione diretta da parte dell'Ente comporterebbe, inoltre, l'assunzione di almeno due dipendenti (gli attuali contratti consentono un impiego di 6 ore al giorno per 6 giorni settimanali per un costo di circa 26.000 euro) per coprire le richieste (quantomeno attuali) di fruibilità del campo, per un costo totale di € 52.000 annui.
Ci auguriamo che queste cose Greco (che legittimamente aspira ad un ruolo politico importante) le abbia comprese, ma stia solo alzando un polverone per avere visibilità. Sarebbe comunque un atteggiamento dubbio ma almeno saremo tranquilli su un suo eventuale futuro da amministratore.
Da ultimo, i famosi 20.000 euro dei quali Greco rivendica la paternità, non sono che fondi dovuti all'Ente per i sovracanoni idrici dell'invaso di Bomba. Fondi della comunità il cui recupero era monitorato dall'Ente ben prima di Greco e ben prima dell'arrivo di questa amministrazione. Ad ogni modo, 20.000 euro che ancora non ci sono nella casse comunali, che non si sa quando (e se) arriveranno e che comunque non basterebbero a fare nulla in considerazione dello stato dei luoghi, che necessitano di seri interventi. Fondi, invece, che potrebbero e saranno destinati ad interventi di miglioramento (seppur minimi) delle strade interpoderali, ridotte a veri e propri colabrodo.
Insomma più che essere imbarazzato lui per il silenzio dell'amministrazione, dovrebbe essere imbarazzata la cittadinanza per queste esternazioni che dimostrano la reale natura di determinate persone pronte a sacrificare l'interesse collettivo per quello meramente personale.
A questo punto ci sia consentita un'ultima considerazione. Il Comune di Agnone ha tra i suoi beni, concessi in gestione a soggetti privati, anche il Palazzo della Città, il Borgo Antico, il Caffè letterario. Come mai Greco non ipotizza una gestione diretta anche di tali beni? Forse, perché, assieme alla sua famiglia è stato uno dei gestori privati dello Chalet (allora Red Baron) anch'esso di proprietà del Comune di Agnone."