Fonte (Agi) Una regione poco considerata e che rimane un po’ a margine. Questo è l’impressione quando si leggono i dati sul digital divide e sugli impegni di spesa dell’Agenda digitale italiana per il Molise. Sul sito regionale InnovaMolise dedicato all’innovazione in diversi settori per la regione del Sud, troviamo infatti citato e riportato un documento sul piano banda larga e ultralarga per tutta Italia, con un occhio di riguardo alle regioni meridionali, da cui si evince che il digital divide molisano è il più alto d’Italia e il doppio di quello delle altre regioni meno connesse, arrivando a oltre il 20%.
Eppure, nonostante gli ingenti investimenti economici messi sul piatto dal Ministero dello sviluppo economico per lanciare le opere infrastrutturali in tutto il Sud Italia, sull’ultralarga per il Molise l’ammontare di questi finanziamenti è zero, stando ai documenti pubblicati online. La Regione, dal canto suo, ha messo 4 milioni di euro nel 2014 per avviare i lavori.
Non è che nulla sia stato fatto, intendiamoci. C’è stato, in precedenza, nel piano di sviluppo 2014-2020, un finanziamento Mise di 5 milioni di euro con finanziamento regionale dai fondi europei per lo sviluppo delle regioni di 17 milioni di euro, per un piano banda larga, e cioè per riuscire a raggiungere il 100% della popolazione a 2Mbps.
Dal 2014, sul documento programmatico dell’agenda digitale molisana, c’è l’idea di portare entro il 2020 la banda ultralarga a 30Mbps a tutti i cittadini della regione e quella a 100Mbps almeno al 50% delle utenze domestiche. Diversamente, l’obiettivo 2020 dichiarato sul sito del MISE è invece del 20% degli immobili totali.
Ci sono poi una serie di obiettivi più specifici, come la volontà di promuovere l’eCommerce per le imprese e l’eGovernment sul territorio. Si parla di Scuola digitale, ma riferendosi soprattutto all’uso delle tecnologie a scuola, e non tanto alla questione dell’accesso, per le scuole, alla banda larga e ultralarga. Si fa infine riferimento a un Data center pubblico unico per tutta la Regione che avrebbe dovuto essere sistemato e ottimizzato per servire anche le varie amministrazioni locali, numerose ma piccole dato che la regione ha più del 90% dei comuni con meno di 5000 abitanti.
Molti degli obiettivi contenuti nel documento programmatico avrebbero dovuto essere completati entro il 2015. Ad esempio, constatato che i vari interventi fatti dagli operatori delle telecomunicazioni privati fino al 2014 erano concentrati sull’area urbana di Campobasso, si specifica che l’accordo di programma stipulato con il MISE per il co-finanziamento dello sviluppo dell’ultralarga dovesse concentrarsi su altri centri urbani come Isernia e Termoli e sui distretti industriali ad essi relativi. L’accordo ha poi portato alla selezione di Telecom come operatore che doveva eseguire il Piano e che avrebbe dovuto concludere le realizzazioni entro il 2015.
A giudicare dai dati che oggi ritroviamo sul sito della Strategia banda larga del Ministero dello sviluppo economico (Mise), oggi sono infatti proprio Termoli e Isernia ad avere le migliori coperture a 30Mbps. Campobasso invece ha un dato estremamente basso, segno che forse dopo la copertura in banda larga (a 2Mbps) della città l’attenzione per i 30Mbps si è effettivamente, in prima battuta, spostata altrove.https://www.agi.it/blog-italia/casa-agi/la_vostra_banda_ultralarga_suona_il_rock_raccontateci_litalia_dis_connessa-2054155/post/2017-08-16/