Difende le suore e il parroco, ma spara a zero sul vescovo

Parte da Celenza sul Trigno un'eretica crociata contro monsignor Scotti

Francesco Bottone
05/07/2011
Attualità
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CELENZA SUL TRIGNO - Difende le suore e il parroco, ma contesta duramente la curia e il vescovo. L’eretica “crociata” contro monsignor Scotti parte da Celenza sul Trigno. Al comando degli “scismatici” Maria Novella Amicarelli, presidente del comitato civico “Pro Coelentia”, che è scesa in trincea contro il sindaco Venosini in difesa dell’asilo gestito dalle suore. La combattiva presidente, nel tentativo di opporsi alla decisione del primo cittadino di chiudere l’asilo paritario per sostituirlo con una scuola statale, si abbandona a pesanti critiche circa il presunto atteggiamento tenuto dalla curia di Trivento rispetto alla vicenda. In un incauto scritto, consegnato addirittura all’attenzione dell’universo mondo, perché pubblicato su Facebook, la presidente Amicarelli così argomenta il suo pensiero: «Le suore della carità, che gestiscono una scuola materna paritaria parrocchiale da oltre 50 anni, vengono invitate, contro la loro volontà, ad abbandonare i locali dell’edificio, dove hanno pure la residenza e riconsegnare il tutto al Comune che intanto ha chiesto e sembra aver ottenuto l’asilo statale. Il tutto avviene col consenso e con l’approvazione del vescovo di Trivento. - aggiunge polemicamente - Il parroco è stato invitato dal suo superiore a ritirarsi e ad andare in pensione. Questo è un fatto gravissimo, di portata inimmaginabile per la popolazione che viene così a perdere non solo la scuola paritaria, ma il prezioso ruolo di servizio sociale svolto in tanti anni dalle suore e dal parroco nella nostra comunità». La presidente deve avere delle fonti bene informate, visto che è in grado di riferire le presunte decisioni di monsignor Scotti. Il sacerdote in questione, don Nicola Gentile, che ha da poco festeggiato i 56 anni di sacerdozio, è parroco di Celenza dal lontano 30 settembre 1958. Ammesso che monsignor Scotti gli avesse chiesto di lasciare e godersi il meritato riposo non ci sarebbe troppo da scandalizzarsi. Anche perché, forse è opportuno ricordarlo alla presidente Amicarelli, l’autorità del vescovo diocesano e dunque le sue decisioni non possono essere contestate dai fedeli. Questi ultimi possono sicuramente non essere d’accordo e dissentire, ma certo non influenzare o impugnare le autonome decisioni di un vescovo. L’obbedienza non è solo un voto per presbiteri e religiosi, ma anche un obbligo morale per tutti i cattolici. «Il popolo celenzano, - prosegue la presidente del comitato - cui è stata negata dal sindaco la possibilità di esprimersi con un referendum, non vuole questo (l’allontamento di suore e parroco, ndr) e si sta organizzando a difesa della scuola paritaria, del sacerdote e delle suore». Entro il primo luglio le suore avrebbero dovuto riconsegnare le chiavi dell’immobile in Municipio. Così non è stato. Il sindaco aspetterà fino al 15 del mese corrente, poi lo sfratto delle religiose diventerà esecutivo. Il comitato, per bocca di Amicarelli, preannuncia battaglia, con contestazioni anche di piazza sembra di capire. Non paga di aver tirato in ballo la curia per una questione che invece attiene soltanto il Comune e le religiose, visto che l’asilo delle suore è ospitato in uno stabile di proprietà del Municipio, la presidente arriva ad ipotizzare una sorta di scisma: «Volete un nuovo parroco? Noi vogliamo un nuovo vescovo ed una nuova diocesi perché né per logica né per logistica, né per metodi, vogliamo avere più a che fare con la diocesi di Trivento».

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