Elezioni-Politica: La pericolosa via dello scontro totale

Maria Carosella
09/02/2018
Attualità
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Siamo nel pieno della campagna elettorale Il 4 Marzo si vota in tutta Italia per rinnovare il parlamento italiano e il 22 Aprile in Molise  si svolgeranno le elezioni regionali, perciò tre mesi di clima da campagna elettorale. 

 Che si respiri un clima tra i vari gruppi politici rovente sta nell'ordine delle cose. Nei paesi piccoli, dove si presuppongono rappoti interpersonali meno asettici e improntati all'amicizia, di solito ci si conosce da bambini, ci si aspetta che pur nelle legittime differenze, si possono preservare i  rapporti interpersonali. Invece anche nelle piccole realtà, dove a rifletterci bene, i numeri sono talmente esigui e si rischia di non avere alcuna rappresentanza, ci si accapiglia in maniera  animalesca.

Nella sfida politica, legittimi sono la satira, l'ironia, la critica, il confronto aspro, ciò che diventa inaccettabile e' l'offesa, la diffamazione, la violazione di ogni regola democratica, il linguaggio triviale,le insinuzioni volgari. Politici, organi di informazione, cittadini entrano in un circuito di astio che alimenta una idea della politica malata, di arena di detrattori in conflitto, di verbosità afinalistica.

Assistiamo a tutti i livelli delle istituzioni a spettacoli indecenti al di sotto dei minimi standard della decenza pubblica. Si è sinceramente inconsapevoli che le realtà territoriali del Molise, e in particolare l'Alto Molise, non rappresentano l'ombelico del mondo, sostanzialmente con il voto per l'esiguità dei numeri, non spostano granchè e che utile e necessario sarebbe riconoscere anche nello scontro politico,  l'identità dell'altro e la legittimazione di chi e' diverso da se ma non necessariamente un nemico da abbattere.

I nostri territori sono in via di spopolamento, con livelli di inoccupazione giovanile elevatissimi, con il più alto tasso di disoccupazione femminile, senza infrastrutture, con una economia al lumcino, che ha vissuto di sussidi statali Ci si chiede a che e a chi serve tanto odio e tanta contrapposizione e tanta claustrofobica chiusura? La società civile dovrebbe  invece orgogliosamente promuovere la cultura della solidarietà, la salvaguardia delle nostre radici, l'apertura al resto del mondo pur di salvare il territorio dove si è nati..

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