La miniera d’oro dell’Alto Vastese rischia di esaurirsi. L’allarme riguarda il settore del tartufo e a lanciarlo sono alcuni addetti ai lavori di Schiavi di Abruzzo. Sembra, infatti, che trovare le prelibate e costosissime “pepite” di tartufo stia diventando sempre più difficile. E come spesso accade quando una risorsa naturale va esaurendosi, la colpa è dell’uomo. La sensibile diminuzione del raccolto, secondo la denuncia di alcuni cercatori di zona, sarebbe imputabile alle pratiche scorrette e agli abusi posti in essere dai “cavatori” sempre più numerosi. L’attività di ricerca e commercializzazione del tartufo è molto redditizia e proprio per questo attira sempre più persone. Il problema, denunciano gli addetti ai lavori, è che non tutti sono autorizzati, perché sprovvisti della necessaria documentazione. I controlli sono praticamente nulli e ciò facilita il lavoro agli abusivi, coloro che cercano i tartufi senza avere il previsto libretto regionale che abilità all’attività. Il vero danno, però, deriva da alcuni comportamenti scorretti e vietati dalla legge, come quello di “zappare” il terreno con utensili vari per prelevare i tartufi. Questa pratica danneggia irrimediabilmente la produzione di tartufo. Maggiori controlli potrebbero arginare gli abusi e salvare un settore davvero a rischio.