Acquaviva Collecroce. Il prossimo primo maggio l’associazione culturale “Nas Zivot” ridarà vita alla festa del Maja che ogni anno richiama centinaia di visitatori appassionati di folklore.
«Il primo maggio, ad Acquaviva Collecroce – spiega l’associazione -, tutta la popolazione festeggia la primavera portando in parata per le vie del paese il Maj, una struttura a cono con caratteri antropomorfi, ricoperto da fiori di campo, erbe e primizie. La preparazione del fantoccio inizia il giorno precedente la festa, quando un gruppo di persone si reca nelle campagne attorno al paese a raccogliere fiori e primizie che saranno poi utilizzati per l’addobbo della struttura. La mattina della festa si fanno gli ultimi ritocchi al fantoccio e quando tutto è pronto un uomo si infila al suo interno e trasporta il Maj fino alla piazza del paese, dove ha inizio la festa. Qui ad attenderlo c’è tutta la popolazione ed anche persone forestiere. Così tra danze, canti popolari e al suono degli strumenti tradizionali, il Maj inizia la sua processione per le vie del paese seguito dalla folla festosa che di tanto in tanto si sofferma presso gli usci delle case ad assaporare i cibi locali e il vino offerti dalla gente del luogo.
La festa del Maja ad Acquaviva Collecroce è stata praticata con regolarità fino agli anni Quaranta del Novecento, quando subisce poi un arresto a causa della guerra. Ripresa in uso dalla popolazione, oggi rappresenta una tradizione e un’occasione di condivisione molto sentita dalla comunità».
Il programma del Maja 2018 prevede nello specifico alle 9 la partenza da Piazza Nicola Neri con la tradizionale sfilata del “Maja” per le vie del paese accompagnato dalla musica popolare di tradizione croato-molisana e dai gruppi folkloristici “Gruppo Folk Agnone” di Agnone (Is, “Le Due Torri” di Miranda (Is), “Lu Passarielle” di Ferrazzano (Cb), e gli “Zig Zaghini” di San Giovanni in Galdo (CB). Alle 13,30 termine della sfilata nella palestra comunale, quindi alle 15,30 esibizione dei singoli gruppi folkloristici nella palestra comunale fino ai saluti e ringraziamenti alle ore 18.Il Mája di Acquaviva Collecroce
Acquaviva Collecroce (Campobasso) è un comune molisano popolato da un'ondata migratoria slava dalla prima metà del XVI secolo, come afferma Milan Rešetar: «Tutte le informazioni affidabili che possediamo sopra quegli slavi del Molise, di cui gli ultimi residui sono rimasti nelle tre note località, concordano infatti nell'affermazione che essi furono insediati nelle località in questione nel corso della prima metà del XVI secolo e parlano di loro proprio come di gente che era venuta dalla Dalmazia in Italia non molto tempo prima [...]».
In questo paese, di circa 740 abitanti, ha avuto luogo una importante attività di ricerca sulla lingua slavisana, secondo il neologismo proposto dagli autori del locale dizionario croato molisano. La valorizzazione della lingua, che prevede anche scambi culturali, specialmente in ambito scolastico, con la Croazia, si accompagna alla riattualizzazione delle tradizioni più caratteristiche del luogo.
Oltre la Smercka natalizia, la festa del primo maggio, ripresa dalla metà del 1980 , rappresenta un'occasione di condivisione collettiva di una tradizione particolarmente sentita. Il corteo del Mája rientra nelle feste primaverili propiziatorie , ma ha anche un intento di rafforzamento della fraternità tra la popolazione, che tuttora mantiene vivo il ricordo delle proprie origini. Come avviene nelle analoghe manifestazioni che hanno alla base la figura del pagliaio o pagliaro (l'ammasso di paglia innalzato in forma conica a protezione dalla pioggia), si riveste un telaio conico con elementi vegetali.
Rispetto alle altre composizioni, il Mája di Acquaviva Collecroce ha un aspetto antropomorfo, presenta infatti anche la testa e le braccia. Il risultato è davvero sorprendente e rievoca la fantasiosa complessità di certe immagini arcimboldesche, non tanto in senso grottesco quanto gioioso. La preparazione inizia il giorno precedente la festa, con la raccolta di fiori e primizie, che si protrae fin quando è possibile, per evitarne l'appassimento.
La struttura, alta più di tre metri, è composta da rami flessibili, canne e paglia e, diversamente da quelle di Fossalto e di Colle d'Anchise, non è ricoperta da una rete metallica. L'addobbo viene eseguito da un gruppo di giovani e da alcuni adulti: via via che il Mája prende forma, ognuno contribuisce al miglioramento della composizione con proposte e suggerimenti. Dinnazi al locale adibito per l'allestimento, sostano brevemente alcuni visitatori per seguire e commentare la preparazione.
La mattina del giorno successivo si compiono gli ultimi ritocchi, quando la figura è completata, nel rivestimento e nelle fattezze quasi umane, accentuate nei grandi occhi del volto, il Mája è pronto per essere animato. Questa personificazione presenta un aspetto piuttosto femminile: ha una corona sulla testa, una lunga capigliatura e la parte sottostante appare come un'ampia gonna. Nella rappresentazione osservata nel 2007, il Mája non porta sul capo una croce ma un ciuffo vistoso, a differenza delle analoghe figure di Fossalto (2005, 2006) e Colle d'Anchise (2007), dove addirittura il Pagliaro entra in chiesa.
Alberto M. Cirese, in base alle informazioni raccolte nel corso delle sue ricerche, che attestano la vitalità della festa fino al 1940 e la sua interruzione causata dalla guerra, cita la presenza di una croce di spighe di grano, posta sulla sommità del cono, la benedizione religiosa e la distruzione finale del Mája, presso i ruderi di una chiesa, eseguita da ragazzi.
Su un sito internet dedicato ad Acquaviva Collecroce, è documentata fotograficamente la festa, dal 2001 al 2007, e nel testo introduttivo si legge: "Come da un po' di anni a questa parte viene svolta il primo maggio una festa pagana tramandata dai nostri avi (per fortuna ripresa): si tratta della festa del Mája". Scorrendo le immagini si nota come il ciuffo sia diverso, di anno in anno, cosa che indica come le feste possano risultare diverse, di anno in anno, pur presentando tratti distintivi di base, tracce inevitabili sulle quali i protagonisti procedono con andamenti variabili.
Infine, così composta, la rigogliosa veste vegetale viene indossata da un giovane e ha inizio il corteo, dapprima verso la piazza Nicola Neri, poi lungo le vie del paese. Tra le danze di gruppi in costume provenienti anche da altre località del Molise, e al suono di strumenti tradizionali, lo spirito della vegetazione continua la sua processione, accompagnato dagli occhi discreti di donne che si affacciano dalla soglia delle case o dai balconi. È un giorno particolare, di festa e di memoria, e in tutti vi è un sentimento di seria partecipazione, specialmente nei bambini, impegnati a cantare con l'aiuto di testi scritti.
Questo testimonia l'importanza dell'apprendimento della tradizione nelle feste, non soltanto attraverso il coinvolgimento e l'osservazione, ma anche secondo modalità guidate da associazioni locali, culturali o scolastiche. Via via che il corteo si inoltra nel paese, le danze dei partecipanti e la distribuzione del cibo sciolgono la compostezza iniziale e portano a esprimersi più gioiosamente: giovani e anziani cantano e ballano in circolo attorno al Mája, che si muove con il suo gravoso carico floreale.http://www.idea.mat.beniculturali.it/attivita/eventi/item/337-documentazione-festa-del-maja-ad-acquaviva-collecroce
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