Accorpamento comuni, cancellato l'Alto Vastese

Francesco Bottone
15/08/2011
Attualità
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Che l’Alto Vastese rischia l’estinzione, per via della natalità sotto zero e dell’invecchiamento della popolazione, è cosa nota da tempo, ma che la cancellazione dell’entroterra avvenga direttamente per mano di Roma, del Governo centrale, è davvero una notizia. La bozza della manovra prevista dal Governo per fronteggiare la grave crisi economica prevede la soppressione di diversi enti, più o meno inutili, come le Province al di sotto dei trecentomila abitanti. Isernia, ad esempio, nel vicino Molise (l’intera regione supera di poco i 300mila abitanti, ndr), sarà soppressa. Nella lista degli enti da cancellare anche i Comuni con popolazione al di sotto dei mille abitanti, praticamente quasi tutti i centri montani del Vastese. Dando per buoni i dati sulla popolazione residente pubblicati dall’Istat, che però risalgono al primo gennaio 2010, nel comprensorio montano potrebbero mantenere la dignità di Comune soltanto Roccaspinalveti (con 1482 abitanti), Castiglione Messer Marino (1966 abitanti), Montazzoli (1032), Fresagrandinaria (1113), San Buono (1044) e, quasi a sorpresa, Schiavi di Abruzzo, con appena 23 anime al di sopra della soglia di cancellazione dei mille residenti. Spacciati invece gli altri centri, come Carunchio (697), Castelguidone (434), Celenza sul Trigno che per soli tre residenti, magari le tre suore appena mandate via dal sindaco Venosini, si ferma a 997 abitanti, Dogliola (405), Fraine (403), Guilmi (446), Lentella (736), Liscia (752), San Giovanni Lipioni (231), Torrebruna (990), Tufillo (493). Per non parlare di alcuni comuni che si affacciano sul versante del Sangro, come Roio, con appena 116 abitanti e Rosello che invece ne ha 276. Evidentemente i dati sono da rivedere, perché con il tasso di mortalità che si registra nell’Alto Vastese è più che plausibile che a Schiavi di Abruzzo, ad esempio, quelle ventitre persone che facevano superare la soglia di sopravvivenza dei mille residenti siano passati a miglior vita. Quindi la lista dei comuni che sarebbero cancellati da Roma con un colpo di spugna, anzi di forbice visto che si tratta di tagli, è destinata ad allungarsi. L’Associazione nazionale dei piccoli comuni, per bocca del coordinatore Mauro Guerra, grida allo scandalo e annuncia battaglia (con un cognome così non potrebbe fare altro, ndr). In una nota siglata dall’Anci si legge: «Con incredibile faciloneria si parla di accorpamento dei Comuni sotto i mille abitanti senza che ancora sia stato chiarito se si tratti di fusione o di obbligo di costituzione di unioni di Comuni o di cos’altro ancora». «Nell’incontro di ieri - ricorda Guerra - il ministro Calderoli, espressamente interpellato in proposito, ha parlato di unione e non di fusione. Non si comprende ancora se questo obbligo sarà accompagnato dalla soppressione, in quei comuni, di giunte e consigli, lasciando solo la figura del sindaco. Ma si giunge al ridicolo ed all’offesa vergognosa per migliaia di amministratori di piccoli comuni i cui ruoli di consiglieri comunali (19-20 euro lorde a seduta per 3-4 consigli all’anno, e che spesso vengono lasciate nelle casse dei Comuni o devolute in assistenza) e di assessori (nei Comuni sotto i mille abitanti l’indennità di un assessore arriva alla esorbitante cifra massima di 130 euro lorde al mese, quando percepita), vengono indicati come uno dei piatti forti dei tagli ai costi della politica. Indennità che spesso non vengono neppure percepite o che risultano ulteriormente dimezzate quando l’amministratore, come nella maggioranza dei casi per i piccoli Comuni, è un lavoratore dipendente. Ciò che non è accettabile è di essere tagliati solo perché parte della casta; ma quale casta? Quali auto blu da tagliare? Qualche vecchia Panda, forse?». Intanto la conferenza stampa di ieri del Consiglio dei ministri ha confermato le indiscrezioni che già circolavano: la manovra bis che il Governo si appresta a varare prevede l’accorpamento obbligatorio dei Comuni al di sotto dei mille abitanti. E i sindaci cominciano davvero a tremare.

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