INGRATA PATRIA!

Protesta per l’esclusione dal calcolo pensionistico del servizio militare e degli anni di laurea

di Domenico Lanciano
31/08/2011
Attualità
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AGNONE. L’Università delle Generazioni di Agnone del Molise non può non protestare per l’esclusione dal calcolo pensionistico dei periodi militare ed universitario. “Ingrata Patria!” verrebbe spontaneo esclamare al posto del proverbiale “Governo ladro!”. Sembra esserci del “perfido” in questa manovra, specialmente perché insiste a condannare in particolare le giovani generazioni ad un futuro davvero tanto incerto quanto ingiusto. Ma ci sono anche una cultura sociale ed un risentimento politico assai “retrò” poiché non concepisce lo studio, da una parte, e la leva militare, dall’altra, come un vero e proprio lavoro o, meglio, un servizio reso alla patria per il suo miglioramento e per la sua difesa. Colpo di spugna e via, spensierati e gogliardici! A riguardo saremmo curiosi, tra l’altro, di sapere il parere del Ministro delle pari opportunità, visto e considerato che il periodo di leva è stato espletato, quando era obbligatorio, dai maschietti mentre le femminucce erano intente a fare certamente qualcosa di meglio. Anni persi e sprecati agli occhi di uno Stato irriconoscente e ingrato! E’ come se mandasse al macero i migliori anni della nostra vita. Magnifico colpo da “cleptocrati” specializzati pure nel rubare il futuro di persone e nazioni! Qualche mese fa l’Università delle Generazioni di Agnone si era soffermata ad esaminare, come elemento di civiltà e di amore per i propri figli, la possibilità per lo Stato italiano (o almeno per le famiglie) di pagare i contributi previdenziali a tutti coloro che scelgono di proseguire gli studi dopo la scuola dell’obbligo, mentre coloro che scelgono di lavorare dovrebbero avere tale garanzia ai fini pensionistici. Ovviamente, ciò sarebbe possibile nel contesto di un profondo rispetto per i propri figli, in presenza di una concezione nobile e lungimirante del lavoro e all’interno di regole che rendano obbligatorio per i cittadini l’impegno sociale e produttivo, tramite una occupazione (possibilmente vocazionale o attitudinale) oppure tramite lo studio verso una professione altamente qualificata. Ma la realtà dei fatti e delle prospettive, al contrario, è assai deprimente e i governi italiani insistono a non guardarsi attorno per constatare come vengono trattati (meglio) i giovani nelle società avanzate di cui dovremmo appartenere noi o almeno ispirarci. L’Università delle Generazioni non può tacere sulla sistematica e “perfida” volontà di disgregare una nazione come l’Italia che, evidentemente, merita di essere disgregata, in mancanza di una chiara e decisa presa di posizione dei suoi cittadini, abituati purtroppo a tacere e sopportare (anche se con dignità), nel corso della storia, in presenza di ogni tipo di dominazioni interne ed esterne.

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