Crisi di governo regionale, Il Movimento Cinque Stelle: Toma non è una guida politica

Viviana Pizzi
08/01/2019
Attualità
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Il presidente della Regione Donato Toma non è una guida politica adeguata. E’ un prodotto di terza o quarta scelta a capo di una coalizione di centrodestra fatta da 9 liste e ha dimostrato interesse soltanto nelle poltrone.

Così è stata sintetizzata la figura del capo della Giunta Regionale di centrodestra, dal Movimento Cinque Stelle del Molise, che quasi in contemporanea con la prima riunione a Palazzo Vitale dove ci sono venti di schiarita, ha convocato la stampa per dire la propria sulla crisi di governo, che parrebbe essere diventata un temporale estivo, dove alla fine vince l’uomo solo al comando al grido di: decido io.

C’erano tutti i consiglieri regionali dell’opposizione più numerosa in Consiglio Regionale. Il primo a parlare è stato il capogruppo Andrea Greco. Il quale ha esordito: “Il 31 dicembre disse che andava tutto bene, ora azzera la Giunta mentre ha il coraggio di sostenere che il suoi emolumenti sono troppo bassi. Forse non ha digerito il cenone. Tra le cose che hanno spaccato la stessa maggioranza di centrodestra è stato l’affidamento del piano del turismo a Sviluppo Italia. Prima Iorio e poi Romagnuolo hanno dissentito. Ma il molisani non hanno tempo per aspettare la loro spartizione di poltrone. Questa storia va avanti dal 6 agosto del 2018. Toma ha nominato 4 commissari liquidatori per gli enti regionali, riconfermati il 31 dicembre”.

Greco stigmatizza la lotta fratricida tra la maggioranza di centrodestra. E denuncia la mancata riunione del consiglio regionale della giornata di oggi rinviata al 15 gennaio, quando la crisi dovrebbe essere ormai risolta e le deleghe riassegnate. Ma nel frattempo Toma, uomo solo al comando, per la giornata di domani ha fissato un incontro per parlare della viabilità del Ponte Sente, cosa che il Movimento Cinque Stelle ha chiesto da tre mesi e per il quale ha fatto in modo che il Governo destinasse 2 milioni di euro.

Nella conferenza stampa anche Patrizia Manzo ha denunciato una serie di cose tra le quali i mal di pancia all’interno della maggioranza di centrodestra che hanno portato ad assessori depotenziati e senza deleghe. “Non è un  modo di affrontare le prossime amministrative – ha tuonato Manzo – dove ci potremmo trovare di fronte a coalizioni simili a questa regionale. Il Molise dovrebbe affrontare ben altre emergenze che queste delle poltrone. Una su tutte la questione Egam – Molise acque. Le vacanze di questo consiglio sono troppo lunghe”.

Vittorio Nola è sceso nei particolari sottolineando che al contrario del Movimento Cinque Stelle la maggioranza di centrodestra almeno per gli elementi Niro, Cotugno e Micone conosceva già da sei anni i problemi del Molise avendo fatto parte del governo Frattura. E sostiene che sono tre le irrisolte di questa maggioranza e riguardano l’inquinamento di Venafro, il consorzio di bonifica di Termoli e la città di Campobasso. Che lascia ai molisani il sapore delle 4 ore di viaggio verso Roma più il binario 20 bis.

Il consiglio si farà il 15 gennaio perché ora non si poteva – ha sostenuto – non avremmo saputo con chi parlare e anche quando si sapeva abbiamo parlato del nulla per ore”.

E’ toccato ad Angelo Primiani sostenere invece nel dettaglio perché il piano per il turismo non convinca il Movimento Cinque Stelle. “Il piano strategico costa in Molise 1 milione e 300 mila euro e i risultati saranno noti entro 30 mesi – ha dichiarato – una risorsa troppo alta se si considera che il Piemonte spende 275mila euro, l’Abruzzo 66 mila euro e il Lazio 75mila euro. Questo piano strategico è fuori da ogni logica di mercato. Poi non creano lavoro. Noi abbiamo lanciato la proposta delle guide turistiche”.

Per Fabio De Chirico si parla di una situazione di stallo che proviene dalle manie di protagonismo del presidente Toma. “Politicamente togliere le deleghe a tutti – ha sostenuto-  significa arrivare ad alleanze aleatorie. Il centrodestra è fermo anche sulla questione terremoto. Dove ci sono ancora 500 sfollati che attendono il contributo per l’autonoma sistemazione”.

Ha chiuso la conferenza stampa il consigliere Valerio Fontana. Per il quale questa del presidente non è altro che una prova di forza di chi guida una maggioranza che non c’è e non è un leader politico. E per questo ne pagano le conseguenze proprio i molisani. Una parola la ha spesa per la Zes che il presidente ha fatto sul porto di Termoli.

Invito chi è sulla città a venire a fare un servizio – ha sostenuto – è un anno che il Porto di Termoli è interdetto al pubblico. E ci sono su di esso problemi strutturali”.

La conferenza è stata chiusa ricordando quanto costa la figura del sesto assessore, ossia il sottosegretario. Una figura non assolutamente gratuita ma che va sugli 840 mila euro annui.

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