Crisi Lega: ecco l'ingarbugliata matassa che tocca a Toma risolvere

Viviana Pizzi
24/02/2019
Attualità
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La crisi interna della Lega in Molise, che nei mesi ha cambiato contendenti e alla fine ha fatto ritrovare unità di intenti alle consigliere regionali Aida Romagnuolo e Filomena Calenda, potrebbe essere la vera prima pietra di inciampo per il presidente della Regione  Donato Toma. Dimentichiamoci la finta crisi di fine anno, che aveva solo il fine ultimo della verifica del lavoro degli assessori. La prima vera grana è proprio questa lotta interna tra Luigi Mazzuto da una parte e le consigliere espulse dal partito in cui sono state elette, proprio ieri con un editto di quello che fino al minuto prima era il loro “capitano”. Espulsione però non ancora notificata alle consigliere elette.

LO SCENARIO POLITICO DEL CONSIGLIO REGIONALE DOPO IL TERREMOTO LEGA

La maggioranza è di 13 a 8 fino ad oggi. Tre consiglieri di Forza Italia che hanno diritto di voto sulle leggi (Armandino D’Egidio, Nico Romagnuolo e Massimiliano Scarabeo anche se già transitato in quota Meloni), due rappresentanti di Orgoglio Molise ( Gianluca Cefaratti e Paola Matteo), due dei popolari per l’Italia (Andrea Di Lucente e Antonio Tedeschi), Quintino Pallante con Fratelli d’Italia, Michele Iorio con Iorio per il Molise, Salvatore Micone con l’Udc con il ruolo di presidente del Consiglio, le due consigliere della Lega (Aida Romagnuolo e Filomena Calenda) e il presidente della Regione Donato Toma che ha diritto di voto anche in Consiglio a differenza degli assessori regionali. 

Nella conferenza stampa di ieri mattina le due consigliere leghiste (diciamo così perché qualche minuto fa Calenda ha scritto di non aver ancora ricevuto atti ufficiali circa la sua espulsione) hanno parlato chiaro: Toma o prende atto della nostra sfiducia nei confronti di Mazzuto oppure ci saranno problemi in maggioranza. Vedendo la situazione in maniera semplicistica si potrebbe dire: con Romagnuolo e Calenda all’opposizione si comporrebbe una maggioranza di 11 a 10 dove l’undicesimo sarebbe proprio il Governatore Toma che si garantirebbe da solo la sopravvivenza. In quel caso basterebbe un consigliere qualsiasi che si ribellasse alle logiche di maggioranza per perdere il controllo della situazione. E al contrario di Paolo Frattura che trovò nuovi alleati in corso d’opera mutando la sua maggioranza nei cinque anni, per Toma questa operazione risulta più difficile. Perché è praticamente impossibile che uno dei sei consiglieri del Movimento Cinque Stelle possa finire in maggioranza, come è altrettanto inimmaginabile che uno dei due esponenti del Pd possa fare il percorso di sostenere Toma in una maggioranza di salute pubblica.

A SALVARLO POTREBBE ESSERE LA MOZIONE DI SFIDUCIA DEL PD

Tuttavia potrebbe essere la mozione di sfiducia a Mazzuto presentata dal Pd il salvacondotto per la maggioranza Toma. Un atto che verrebbe fuori dopo la posizione assunta dal coordinatore della Lega in materia di regionalismo differenziato.  A favore di Salvini e contro gli interessi dei molisani. Nel caso la mozione arrivi in aula a votarla ci sarebbero dieci persone. Gli otto della minoranza e le due consigliere leghiste. Se solo si aggiungesse un voto da parte dei consiglieri di Fratelli d’Italia il gioco sarebbe fatto. Luigi Mazzuto non godrebbe più della fiducia del consiglio e Donato Toma sarebbe costretto a nominare un suo sostituto.

Volendo far salva la rappresentanza di genere potrebbe scegliere proprio Aida Romagnuolo e tenere in cassaforte una maggioranza solida che lo possa portare avanti fino al termine della legislatura.

LA MAGGIORANZA TOMA FUORI DAI CONTATTI COL GOVERNO

In questo caso cosa accadrebbe? Che il governo regionale perderebbe qualsiasi filiera istituzionale con il Governo Conte. Formato da Luigi di Maio ( Movimento Cinque Stelle) e Matteo Salvini (Lega). Nel caso in cui fosse sfiduciato Mazzuto e non si riesca a ricucire lo strappo tra il ministro degli interni con le due consigliere ci ritroveremo un Molise completamente di opposizione.

Con un governo regionale a trazione forzista che avrebbe di certo più difficoltà a parlare con il nazionale. Questo potrebbe significare perdita di occasioni per il Molise di ottenere fondi per l’occupazione, per la ricostruzione post sisma del 2018, patti con il Governo. Insomma l’isolamento del Molise con Salvini contro il Governo regionale sarebbe una condizione punitiva per una regione piccola che già conta pochissimo sullo scacchiere nazionale. E lo dimostra l’assenza dal territorio del vicepremier leghista e anche del vicepremier penta stellato nei giorni di agosto quando un sisma del quinto grado della scala Richter ha scosso il bassomolise. Con un governo che dialogava con la Regione non si sono visti, figuriamoci se la Regione Molise dovesse diventare opposizione pura al Governo nazionale.

IL PERCORSO OTTIMALE PER TOMA

Il presidente della Regione Donato Toma dovrebbe quindi cercare coesione all’interno della maggioranza. L’unica soluzione sarebbe parlare con il vicepremier Salvini in prima persona e far capire le difficoltà politiche. Una soluzione, che piacerebbe tanto ai cittadini, sarebbe una riduzione della Giunta a 4 assessori escludendo totalmente il partito che ha creato più problemi ossia la Lega. Ma non sarebbe giusto a livello istituzionale. L’unica è quella di cercare di riappacificare Salvini con le consigliere elette e andare avanti. Altrimenti non è escluso un ritorno alle urne prima della scadenza naturale del mandato. E a quel punto nessuna rielezione sarebbe scontata. Né per le elette e nemmeno per lo stesso Donato Toma.

Con un Michele Iorio libero da ogni processo giudiziario e pronto a ripristinare la sua leadership nel centrodestra. Per Toma il percorso ad ostacoli è appena iniziato. Mettere una donna in Giunta sarebbe auspicabile anche per non perdere ancora punti di popolarità. Il recente defenestramento della ex consigliera di parità Giuditta Lembo dall’autorità per la parità fa capire però che Toma è disposto ancora una volta a mettere da parte le questioni di genere per salvare tutte le poltrone. Se questo avverrà sarà solo il tempo a dirlo. La telenovela è appena alle prime puntate.  

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