Giornata di approfondimento sulla violenza di genere ad Agnone. La ha voluta il Cral Asrem che ha organizzato un convegno che ha esaminato la tematica da tanti punti di vista: medico, sociale, legislativo e di sicurezza.
Il dibattito, moderato dalla presidente dell'ordine dei giornalisti Pina Petta, è stato aperto con un intervento del presidente del Cral Asrem, Domenico Monaco che ha ricordato le ultime quattro vittime di femmincidio. La parola è passata poi all'avvocato Antonio Forciniti il quale ha spiegato la validità del percorso rosa.
"Tutte le regioni hanno delle linee guida - ha sostenuto - noi prepariamo i nostri operatori. Il nostro auspicio è portare consapevolezza alle donne che si rivolgono agli ospedali. Dobbiamo mettere a proprio agio chi ha subito e portarlo in un circuito sicuro".
La parola è passata alla consigliera Paola Matteo. A lei è toccato portare ad Agnone le tematiche legislative della Regione Molise, una su tutte la legge del novembre 2018 che ha modificato quella del 2013 che aveva istituito i centri antiviolenza e le case rifugio. In particolare inserire l'importanza che merita allo stalking, reato maggiormente diffuso in Molise. "Pur essendo una legge fatta bene quella del 2013 - ha sostenuto - andava modificata seguendo i dettami della Convenzione di Instanbul". 
La dottoressa Carmela Grimaldi ha invece spiegato le conseguenze mediche della violenza. Tra quelle più comuni quelle psicologiche: attacchi di panico, disturbo post traumatico da stress, disturbi alimentari, depressione, suicidio e tentato suicido. Poi ha raccontato un aneddoto di discriminazione. "In sanità spesso il dottore maschio viene chiamato dottore e io signora- ha sostenuto - ,ma io mi faccio sentire".
Il ruolo dei centri antiviolenza lo ha spiegato l'avvocata Irma Barbato di Isernia. I modelli di denuncia invece Attilia Lepore sostituta commissaria di polizia.
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