La prima volta in cui la sigla Bpa (acronimo che indica il pericoloso Bisfenolo A) ha fatto il proprio ingresso nel dibattito pubblico sulla salute dei consumatori erano i primi anni duemila, quando è emersa la sua capacità di alterare lo sviluppo del sistema ormonale incidendo sulla fertilità.
Le interferenze endocrine di questo composto sintetico, utilizzato nella produzione della plastica, sono alla base di possibili anomalie riproduttive, cancro a seno e prostata, diabete e malattie cardiache.
Bandito dai biberon europei nel 2011, oggi è però rintracciabile in concentrazioni elevate in quasi tutti i cartoni per la pizza.
Lo dimostra un’inchiesta svolta dal Salvagente, la rivista mensile interamente dedicata ai diritti dei consumatori. Sotto esame sono finiti tre contenitori da asporto in cartone, destinati a contenere l’alimento italiano per eccellenza, la pizza. Le misurazioni hanno rilevato come il composto pericoloso sia contenuto in quantità non indifferenti in due campioni su tre.
Il rischio è la contaminazione del prodotto stesso: secondo le analisi del Salvagente nella pizza ospitata dai cartonimarchiati Garcia de Pou e Izmir la migrazione di bisfenolo è stata di 179 ppb e 331 ppb (parti per miliardo). continua su